Ho visto “Pecore in erba” di Alberto Caviglia – Biennale di Venezia 2015, Orizzonti 72

L’avvertimento iniziale dovrebbe già mettere sul ‘chi va là’ lo spettatore. Recita così: Questo film è stato prodotto dal corrotto sistema finanziario della lobby plutogiudaicomassonicoreazionaria. Vedo che a molti è piaciuto, qualcuno si è anche divertito e c’è chi si è fatto grasse risate. Per me nulla di tutto questo, capito dove il regista Alberto Caviglia andava a parare, mi sono solo annoiato. Se devo essere sincero due risolini li ho fatti. Quando l’esercente che prepara i supplì dice ai due islamisti che sta servendo, “ma ‘o metto il ketchup?” provocando la loro ira: Kebab contro Supplì, integralismo islamico attacca la cucina italiana. E quando Magalli racconta le sue storielle sull’islam a quattro avvenenti signorine. Perché se satira deve essere, occorre farla a 360°, su tutte le religioni, vero Charlie Hebdo? In questa finta ricostruzione della finta vita di un finto Leonardo Zuliani, sparito improvvisamente dalla circolazione nel 2006 e probabilmente fatto fuori dall’antisemifobia del nuovo millennio, il regista si avvale della compiacenza di un’infinita quantità di stucchevoli testimonial reali: Fazio, Freccero (persino esagerata la sua presenza), Elio, Sgarbi, Cazzullo, De Cataldo, De Bortoli, Augias, Tinto Brass, Venier, Gipi… Chissà come li avranno ingaggiati tutti questi personaggi per un film del genere.
Fin dall’infanzia Zuliani abbraccia l’antisemitismo e per tutta la sua giovane vita farà in modo che dilaghi e si affermi ovunque. Il ragazzo è geniale e ne inventa sempre una nuova per dileggiare gli ebrei, come gli striscioni negli stadi, smontabili e rovesciabili che diventano pesanti insulti antisemiti. Questo paradosso ideologico è ripetitivo, la sceneggiatura si sforza di escogitare continue esasperazioni del concetto: il brand “baci&breacci”, il kit “burning love”, il metal detector per scovare prodotti fabbricati in Israele, giochi come il “ghettopoli” e lo “scarebreo” e via così. Ma il troppo stroppia e Pecore in erba diventa lungo e insopportabile, né lo alleggeriscono gli inserimenti di un falso film in bianconero, Paura d’odiare, con Francesco Pannofino, che narra la vita di Leonardo. Davide Giordano (già visto in Il rosso e il blu di Piccioni) ha il volto giusto per interpretare Leonardo Zuliani. In una particina c’è pure il grande Omero Antonutti.
Se vi incuriosisce, nonostante la mia critica, non vi preoccupate: esce nelle sale il 24 settembre.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Cinema. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*