Ho visto “Dove eravamo rimasti” di Jonathan Demme

E’ un film ritagliato e cucito addosso a Meryl Streep, come già era accaduto per Mamma mia! Attrice immensa ma nell’ultimo lustro affetta da un curioso iperattivismo che la porta ad accettare ruoli, pur sempre da protagonista, in film destinati a non rimanere impressi nella memoria dello spettatore e tanto meno indelebili nella storia del cinema. E’ un po’ quanto sta accadend0 a un altro big del cinema americano come Bob De Niro (ad ogni stagione cinematografica ci sono sempre almeno un paio di suoi film non memorabili).
Titolo originale è Ricky and the Flash, dove Ricky è Linda Brummel una rock star ormai a livello amatoriale e the Flash è la sua band di attempati musicisti. Linda/Ricky negli anni d’oro della sua esistenza aveva abbandonato l’agiata famiglia a Indianapolis, un marito ricco e tre figli, per inseguire in California il sogno di un successo musicale. Incisi alcuni dischi e poi passata l’onda del successo, si trova ora a Los Angeles, dove fa la cassiera in un supermercato e si esibisce nel tempo libero in un locale per nostalgici della sua musica. Improvvisamente viene richiamata in servizio (familiare) dalla rottura del matrimonio della figlia Julie, caduta in una forte depressione. Si trova così nell’imbarazzante situazione di dover affrontare i suoi doveri di mamma ai quali da tanto tempo aveva abdicato. Tanto più che un altro figlio sta per sposarsi e un terzo, nel corso di una divertente cena familiare (le riunioni di famiglia attorno a un tavolo, se sceneggiate bene, al cinema possono essere spassose…) le rivela di essere gay. Linda/Ricky non è per nulla attratta dal mondo dorato in cui vivono l’ex-marito Pete e i suoi figli con la nuova compagna Maureen, lei vive bene anche da spiantata con il suo chitarrista Greg e la sua musica. Ri-costruisce però un rapporto decente con i figli, in particolare con Julie, e partecipa infine con un originalissimo regalo di nozze al matrimonio del figlio Joshua.
Nientemeno che il premio Oscar Jonathan Demme (1992, per Il silenzio degli innocenti) si è scomodato per questa commedia, gradevole ma niente più. Nel film sono presenti tutti gli stereotipi del cinema e della vita americani di oggi. Non sto neppure ad elencarli, ma nella famiglia di Linda/Ricky ci sono proprio tutti e ne fanno un film in qualche modo già visto più volte.
Meryl Streep è brava anche a cantare, uan vera rockettara, ma lo sapevamo già. Kevin Kline (Pete) è una spalla corretta. Stupisce piuttosto piacevolmente Mamie Gummer (Julie), che nella vita vera è proprio la trentaduenne figlia di Meryl Streep.
Come spesso accade, il banale titolo della versione italiana denuncia tutta la scarsa fantasia dei nostri distributori, meglio lasciare quello originale.

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