Ho letto “Aperto tutta la notte” di David Trueba

Mi ha divertito molto questo libro di David Trueba (scrittore e regista spagnolo, classe 1969) anche se il successivo Quattro amici, letto nel 2004 sulla spiaggia di Marbella, mi aveva fatto letteralmente scompisciare. Questo è il romanzo d’esordio (1995) e narra di una scombinata famiglia composta da madre, padre, nonno e nonna, sei figli tutti maschi (tra i 9 e i 28 anni). E’ una girandola di avventure farsesche e di situazioni paradossali che in alcuni momenti ricorda i film di Luis Berlanga e la saga della famiglia Leguineche, aristocratica anziché borghese, ma altrettanto scombinata. Attorno ai membri maschi della famiglia (è il caso di dirlo…) ruotano disinvoltamente tante signorine, spesso poco vestite. Anche se il sesso è argomento che percorre la storia da cima a fondo, il libro è mai volgare. Anzi, dispensa pillole di popolare saggezza. Innanzitutto il titolo, con la definizione di casa: l’unico posto – aperto tutta la notte. E poi “La vita è una sola e io ho visto molti gatti bestemmiare per averne sette”, “C’era una volta un principe così brutto che Cenerentola abbandonò la festa alle otto e mezza” e ancora “Amore: la stupidità di pensare troppo a un altro prima di sapere qualcosa di se stessi”.
Ma l’interrogativo di fondo che attraversa tutto il libro resta “ma se vado a letto con la badante della mamma, in qualche modo commetto incesto?” e con Sara, la bellissima assistente della nonna Alma, ci provano praticamente tutti: il figlio Felix, il nonno Abelardo e la metà dei sei nipoti. Con esiti maldestri ed esilaranti.

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