Ho letto “La pattuglia dell’alba” di Don Winslow

“Let me take you down, ‘cos I’m going to……”
Per uno che non è mai riuscito a vedere fino in fondo Un mercoledì da leoni (film del 1978 di John Milius espressione di certo mondo giovanilista e divenuto un cult movie per i patiti del surf), leggere i libri di Don Winslow è un po’ come andare a Canossa. Dopo L’inverno di Frankie Machine in cui si descriveva l’ora dei gentlemen (il momento della mattina in cui scendono a cavalcare le onde i veterani della tavola), mi è toccato leggere questo secondo poliziesco, sempre ambientato a San Diego. La pattuglia in questione è un gruppo di sei amiconi, di mestiere ed estrazione diversi, tutti patiti e grandi virtuosi del surf, che ogni mattina – all’alba appunto – si ritrovano a misurarsi con le onde del Pacifico di fronte a San Diego. Due di essi, il detective privato Boone Daniels e il poliziotto di origine giapponese Johnny Banzai, indagano, seppur su fronti contrapposti, sulla scomparsa di una spogliarellista che dovrebbe andare a testimoniare in un importante processo contro un boss locale.
Ma c’è anche un’altra pattuglia dell’alba. E’ composta da bambine messicane introdotte clandestinamente negli Usa per allietare i tanti pedofili californiani. All’alba, appunto, vengono nascoste in un campo di fragole. Di qui la citazione iniziale di Strawberry Fields dei Beatles. L’infame tratta si sovrappone all’altra vicenda ma i due amici surfisti riescono a risolvere entrambe, anche perché il soggetto colpevole è sempre il solito boss.
I giorni sono però contati: è in arrivo, secondo le previsioni meteo, un’onda gigantesca, l’onda del secolo e tutti i surfisti – compresi i nostri amici della pattuglia – sono in trepidante attesa. Per alcuni è questione di vita, perché chi riuscirà a volare indenne sulla cresta avrà fama e contratti da professionista.
Il plot è avvincente e si corre con la lettura per vedere come andrà a finire, che è quello che si chiede ad una buona detective story. Tuttavia se non si è profondamente interessati al surf almeno 100 delle 350 pagine del libro sono di troppo poichè trattano:
a) filosofia e storia del surf attraverso i secoli – b) la hit parade delle canzoni legate al surf, dalle origini ai Beach Boys e oltre – c) cartoline turistiche di San Diego e dintorni – d) un compendio di cucina messicana.
Boone serve i tacos, poi si concede un istante per guardare l’oceano, il sole al tramonto, la spiaggia quasi senza fine. Questa è la sua spiaggia, questo è il suo mondo. I suoi amici. La sua famiglia. – Come ho sempre detto – declama – ….tutto è più buono su una tortilla.

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