Ho visto “I racconti dell’orso” di Samuele Sestieri e Olmo Amato – TFF33

C’è un notevole gap generazionale tra me e gli autori di questo film, credo figli dell’era dei videogames, e ciò mi impedisce di capirlo del tutto. Tuttavia sull’estetica non si discute e neppure sulla capacità che hanno i due ragazzi di tenere in mano un attrezzo da ripresa e di fare le inquadrature in modo corretto. Tanto più che Samuele Sestieri e Olmo Amato hanno voluto fare un film a bassissimo costo, ricoprendo loro due soli tutti i mestieri che gravitano giocoforza attorno al cinema e senza usare dolly o carrelli e nemmeno una steady. Eppure le immagini in movimento sono molto belle. Per fare questo hanno abdicato però alla sceneggiatura. Hanno girato in quaranta giorni tra Norvegia e Finlandia senza pianificare troppo a tavolino. Inutile quindi cercare di capirne la trama. Lo spunto dovrebbe essere il sogno di una bambina in viaggio in auto con i genitori tra i boschi del nord Europa. Appaiono due uomini strani: un omino in tuta di un rosso esagerato che si staglierà su tutti i paesaggi attraversati come un qualcosa di posticcio e un umanoide meccanico vestito con saio marrone. I due dapprima si inseguono, poi pare facciano amicizia e da lì in avanti si muoveranno in sintonia. Non ci saranno altri personaggi, tranne un orsetto di peluche malandato e abbandonato a cui cercheranno di ridare vita. Tra loro parlano un linguaggio incomprensibile e comunque il dialogo è ridotto all’essenziale. Il film è suddiviso in capitoli: Il grande viaggio, I consigli delle renne, La collina magica, Le tre preghiere e così via. La postproduzione, accuratissima, è durata due anni, a differenza del poco tempo impiegato per le riprese. La fotografia è molto bella e i paesaggi parlano da soli. La suggestiva immagine che riproduco qui sopra, ad esempio, mi ha ricordato Youth di Sorrentino. Per completare il lavoro è stato attivato un crowdfunding con Indiegogo.
Per la voglia di sperimentare, sia in chiave tecnica che stilistica, I racconti dell’orso è approdato al concorso del TFF. Disco verde quindi per i due giovani autori, entrambi under 30.

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