Ho visto “Macbeth” di Justin Kurzel

MACBETH – Un giorno brutto e bello come questo
non l’avevo mai visto.
Quanti film sono stati tratti da Macbeth e quanti registi si sono cimentati con questa tragedia shakespiriana! Dopo Orson Welles, Kurosawa, Polanski cosa avrà da offrire allo spettatore un adattamento in più, mi sono chiesto. Invece il Macbeth dello sconosciuto regista quarantenne australiano Justin Kurzel mi ha avvinto e convinto. Ha mantenuto pressoché inalterati i bellissimi dialoghi del dramma, tagliuzzando solo qui e là, e si è concentrato sulle ambientazioni, sui costumi, sulle atmosfere cupe che hanno dato ancora maggior risalto alla parola. Così non si perde un attimo della storia che mette al centro l’ambizione, la sete di potere, il tradimento. Momenti alti sono i dialoghi tra Macbeth e Lady Macbeth, allorché la donna convince a cercare di farsi re il consorte: vuoi continuare a vivere stimandoti un ignobile vigliacco, lasciando che il “non oso” sia sempre agli ordini dell’ “io vorrei”…
Macbeth prova a non dar retta alla moglie: Se il fato vuole ch’io diventi re, ebbene il fato mi può incoronare, senza ch’io abbia a muovere un sol dito. Ma poi cede, rimuove i dubbi di ordine morale e ordisce il piano per far fuori il re Duncan e succedergli. Diventerà il nuovo re di Scozia.
Temi eterni, riscontrabili anche nella contemporaneità della cronaca e della politica. Quanti “non oso” anche noi facciamo seguire all’ “io vorrei”? E le parole che gettano un fiato troppo freddo sul calore delle nostre azioni? E’ questa la grandezza di Shakespeare.
Lady Macbeth ovviamente è l’eroina in negativo del dramma, spinge il marito all’intemerata azione, “Le mie mani sono del tuo stesso colore, ma mi vergogno di avere un cuore così bianco” (da qui il titolo del bellissimo romanzo dello scrittore spagnolo Javier Marías – 1992), poi si ravvede quando Macbeth è diventato un sanguinario ingestibile.
Tra la Scozia e l’Inghilterra sono state scelte le location: l’incredibile (per la posizione!) castello del film è a Bamburgh nel Northumberland, la cattedrale a Ely nel North Anglia, il paesaggio brumoso e quasi lunare delle battaglie e degli incontri con le streghe (le sorelle fatali) si trova nelle Isole Ebridi. La scelta degli interpreti è stata efficace. Michael Fassbender (A Dangerous Method, 12 anni schiavo, Shame e il recentissimo Steve Jobs) è ormai uno dei migliori attori in circolazione, Marion Cotillard (Piccole bugie tra amici, Midnight in Paris, Un sapore di ruggine e ossa, Due giorni, una notte e una filmografia già lunghissima) dissimula bene la malvagità e il tormento di Lady Macbeth sotto il suo volto pacioso e gli occhi scintillanti. Le musiche incalzanti lungo tutto il film sono di Jed Kurzel, fratello del regista, e già chitarrista in un duo combo prima di dedicarsi al cinema.
Ripeto, con Shakespeare non c’è più nulla da inventare, ma il film di Justin Kurzel è affascinante proprio per il rigore con cui ha rispettato la drammaturgia.

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