Ho visto “Sherlock Holmes – Gioco di ombre”

“Non è il mio travestimento migliore…ma ho dovuto improvvisare” è la frase detta da Sherlock Holmes a Watson destinata a diventare il tormentone di questo film. Guy Ritchie, più noto per essere stato il “signor Madonna”, si cimenta per la seconda volta con il personaggio più noto della letteratura gialla inglese. “Gioco di ombre” è un film pasticciato di cui si stenta a capire la trama. Il regista privilegia gli effetti speciali e l’intensità dell’azione rispetto alle capacità deduttive dell’investigatore, tradendo forse lo spirito con il quale Sir Arthur Conan Doyle alla fine dell’Ottocento aveva creato il personaggio. Ne deriva che Robert Downey jr. con quella faccia da impunito che si ritrova è lo Sherlock Holmes meno credibile della storia del cinema. Sulla stessa falsariga è il belloccio Jude Law, troppo esuberante per i panni di Dr. Watson. Tuttavia due motivi per vedere il film possono essere l’impeccabile interpretazione che Stephen Fry offre del fratello di Holmes, Mycroft: quando è di scena lui il film sale di tono. L’altro è la curiosità di vedere Noomi Rapace (l’indimenticabile Lisbeth Salander nella trilogia di Millennium) interpretare un ruolo assai diverso da quello per cui l’abbiamo conosciuta. La trama è nota: attentati dinamitardi incendiano l’Europa, un pazzoide vuole far saltare gli equilibri politici, in particolare tra Francia e Germania, facendo scoppiare un nuovo conflitto. E’ liberamente tratto dal racconto “L’ultima avventura” nel quale Conan Doyle fa morire Holmes insieme al suo antagonista Moriarty nelle cascate svizzere di Reichenbach. Salvo poi farlo rivivere in racconti successivi.
Il film non mi è piaciuto, ma il botteghino mi sta dando torto.