Ho visto “Ave, Cesare!” di Ethan e Joel Coen

E’ un film da prendere e da gustare a pezzi, altrimenti a giudicarlo nel suo complesso resta un lavoro così così. Intanto vi siete accorti che il personaggio principale, Eddie Mannix (strepitoso Josh Brolin), il fixer fervente cattolico, ma preferisco chiamarlo il problem solver della casa cinematografica Capitol, ha lo stesso cognome di uno dei personaggi principali di The Hateful Eight di Tarantino? Cioè quel Chris Mannix (Walton Goggins) che pretende di essere il nuovo sceriffo di Red Rocks. Casualità? Coincidenza? Non credo, penso piuttosto a una carineria tra cineasti che da sempre si inseguono a colpi di grande cinema.
Momenti di grande cinema ce ne sono tanti. A cominciare dalle splendide citazioni dei generi cinematografici: ciascuna di esse è un piccolo capolavoro. Ad esempio, Ave, Cesare! il peplum che si sta girando negli studios Capitol e che vede come interprete principale Baird Whitlock (George Clooney). Si può proseguire con le scene di un western con Hobie Doyle (Alden Ehrenreich) un ex vaccaro diventato divo grazie alle sue performance da singing cowboy. Lo stesso Doyle viene scritturato per una parte in una slapstick comedy, ma recita da cani e sul set del film patinato porta il suo slang da vaccaro e l’andatura da cowboy (a proposito, complimenti a Davide Perino per il suo eccezionale doppiagggio). Si genera così una gag da applausi con l’acclamato regista di origine europea Laurence Laurentz (Ralph Fiennes).
Si può continuare con il musical acquatico alla Esther Williams: grandioso il balletto ripreso dall’alto al ritmo della Barcarola di Offenbach. Qui la star è la grezza DeeAnna Moran (Scarlett Johansson) che, rimasta incinta durante le riprese, non riesce più a entrare nei costumi (da bagno). E ancora, la commedia musicale con i marinai che cantano e ballano il tiptap in una taverna, con Channing Tatum: citazione inevitabile di Seguendo la flotta (1936) di Mark Sandrich con Fred Astaire e Ginger Rogers. Poi c’è una citazione di Carmen Miranda e si potrebbe continuare all’infinito. Su tutti sorveglia Eddie Mannix, risolvendo con il suo piglio una miriade di problemi e rinunciando sul finire del film a una proposta di lavoro della Lockeed. Non dimentichiamo che siamo negli anni ’50, quando all’atollo di Bikini gli americani effettuavano i test di bombe nucleari all’idrogeno. Contemporaneamente cresceva il partito comunista americano. Qui c’è il parallelo con un altro film uscito da poco, L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo. In entrambi i film c’è una congrega di sceneggiatori che flirtano con Mosca. Di più: i fratelli Coen mettono in scena il rapimento di Baird Whitlock a fini estorsivi, richiesti 100.000 dollari che Mannix si affretta a far pagare ai produttori per mantenere la faccenda sottotraccia. Il divo si ritrova così ostaggio degli sceneggiatori, indottrinati niente meno che da Herbert Marcuse (John Bluthal), in una villa a picco sul mare di Malibu. Altro elemento comune ai due film è la presenza della giornalista gossipara. Nel film di Roach era Hedda Hopper, qui è sdoppiata nelle gemelle Thora e Thessaly Thacker in continua caccia di scandali (entrambe efficacemente interpretate da Tilda Swinton).
Potrei continuare ancora ma voglio evidenziare tre chicche soltanto.
Mannix, incaricato dalla produzione al fine di rendere Ave, Cesare! – in fondo un film sul Cristo – un’opera inattaccabile sul piano religioso, riunisce attorno a un tavolo i rappresentanti delle fedi più diffuse negli Stati Uniti: un prelato, un pastore, un rabbino, un islamico. E’ un momento di dialettica inter-religiosa davvero spumeggiante.
Durante le riprese della passione di Gesù, un addetto chiede al Cristo sulla croce come vuole la colazione, calda o fredda. Una citazione da Pasolini dell’episodio La ricotta in Ro.Go.Pa.G. (1963)? Direi di sì.
Infine Joseph Silverman (il corposo Jonah Hill, quello di Lo spaventapassere, L’arte di vincere e The Wolf of Wall Street), addetto alla sicurezza degli studios, alla fine del film impalma la sirenetta incinta DeeAnna Moran, togliendo da un’ulteriore incombenza Eddie Mannix. Ricordo ancora in questo cast stellare la presenza di Dolph Lundgren, Christopher Lambert e, non poteva mancare in quanto con il marito Joel Coen lavora sempre, Frances McDormand.
Da vedere. Un bell’omaggio, più che una presa in giro, allo star system di Hollywood.

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