Ho visto “Weekend” di Andrew Haigh

Mi incuriosiva il nuovo film di Andrew Haigh che avevo molto apprezzato per il suo 45 anni (2015). Salvo poi scoprire che Weekend è un film del 2011 che arriva colpevolmente tardi nelle sale italiane, oltretutto distribuito in poche copie. Un motivo c’è ed è l’ostracismo per essere stato catalogato come ‘sconsigliato’ dalla commissione filmica della CEI per gli argomenti trattati: omosessualità e droga. Eppure non bisognerebbe fermarsi alla superficie ma esaminare il film a fondo. La storia di due giovani amici occasionali che si incontrano in un gay club, Russell e Glen, e che finiscono con il trascorrere insieme l’intero weekend, a ben vedere, è davvero una bella storia d’amore. I due ragazzi sono molto diversi tra loro, più riservato Russell mentre Glen è estroverso e gay esplicito, come diverse sono le idee sul proprio futuro. Russell ha finito con il diventare bagnino in una struttura pubblica dopo essere stato nella squadra di nuoto della sua scuola. Non ha apparentemente progetti per il futuro e si accontenta di frequentare una ristretta cerchia di amici etero al corrente della sua situazione. Glen lavora in una galleria d’arte e ha in progetto di partire per gli Stati Uniti per un corso di due anni sull’arte contemporanea, giusto il lunedì dopo. Il weekend cambia le carte in tavola ai due ragazzi che hanno appena cominciato a conoscersi. La separazione sembra sconvolgere di più Glen, quello dei due con i programmi più definiti. Per due giorni hanno parlato di sesso (e l’hanno praticato) e dei rispettivi diari, scritti o parlati, con i loro incontri, ma anche delle famiglie, del passato e del futuro. Hanno fumato e si sono fatti di coca. Come dice Glen, l’incontro con una persona nuova è come un quadro con la tela bianca su cui cominci a ridisegnare te stesso e ogni volta va così.
Il film si conclude nel modo già delineato, con un saluto (un abbraccio e un bacio pubblico) sulla banchina della stazione. Russell ritorna al suo appartamento al quattordicesimo piano di un condominio di Nottingham, città che si presta efficacemente come sfondo di questa intensa e realistica storia. Ci sono inquadrature molto belle della città, in particolare di notte. Il regista gioca molto sulle sfocature dei piani e nelle scene in pubblico mostra immagini quasi rubate. In questo senso è suggestivo il dialogo sull’autobus, con il ‘vedo/non vedo’ in mezzo alla gente. I dialoghi sono curatissimi ma i silenzi tra i due sono altrettanto eloquenti, se non di più. Attori perfetti: Tom Cullen e Chris New. E’ una produzione dal budget davvero irrisorio (120mila sterline) rispetto al risultato ottenuto. Il cinema inglese non sbaglia quasi mai. Meritoria la distribuzione di Teodora Film.

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