Ho letto “La musica segreta” di John Banville

Trascorrevano lunghe ore insieme senza parlare, senza quasi dare segno di percepire la presenza dell’altro, immersi nel conforto di una solitudine condivisa.
Nicolaus Koppernigk è destinato a ereditare l’attività commerciale del padre nella città polacca di Toruń. Ma ben presto è attratto dalle stelle e rivela doti ineguagliabili in quel campo. Dallo zio tutore, il vescovo Lucas, viene inviato con il fratello Andreas a studiare nelle università italiane. Ferrara, Bologna, Padova, Roma sono le tappe. Nicolaus detestava la capitale papale. In quella turpe città allattata dalla lupa i suoi peculiari talenti, alimentati dall’atmosfera onnipervasiva di minaccia e intrigo… Entrambi sono diventati canonici, ma mentre Andreas si dà alle dissolutezze (inarrivabili le descrizioni dei bassifondi delle città italiane, Bologna era la città del folle e del grottesco), Nicolaus studia seriamente, frequenta professori e inizia a mettere a punto le sue teorie.
Il firmamento cantava per lui come una sirena. Lassù era diverso da qui, completamente diverso. Niente di quello che conosceva sulla Terra poteva eguagliare la purezza immacolata che immaginava nei cieli e, quando alzava gli occhi nell’azzurro sconfinato, vedeva al di là dell’incertezza e del terrore una stupenda, austera gaiezza inebriante.
Banville ci risparmia tutte le teorie scientifiche sul ‘funzionamento’ dell’universo. Sceglie piuttosto di ricostruire gli ambienti in cui Copernico è vissuto e di presentarci lo scienziato alle prese con i suoi dilemmi interiori. Per fare questo si è documentato molto, come dimostra la bibliografia in appendice. Ne scaturisce il ritratto a tinte forti di un uomo caparbio e determinato nel confrontarsi con i sostenitori delle teorie fino a quel tempo imperanti. “Credo che il mondo fisico sia soggetto all’indagine fisica e se gli astronomi non vogliono far altro che starsene seduti nelle loro celle a contarsi le dita si stanno sottraendo alle loro responsabilità!”. Attorno a Copernico ruotano personaggi che a chi è digiuno di scienza (come me) dicono nulla: Celio Calcagnini, Domenico Maria Novara, Luca Gaurico, Girolamo Fracastoro, Jacob Ziegler, Filippo Melantone… Tornato in patria, ben presto redige il suo Commentariolus sulla teoria dei pianeti che resterà inedito per lunghissimi anni. Però le teorie contenute si diffondono e suscitano profondi dissensi. Non tanto tra gli altri scienziati che hanno gli strumenti per confrontarsi con Copernico, quanto nel mondo religioso, tra i canonici suoi pari grado e nelle alte sfere ecclesiastiche. Erano tempi infausti per la Chiesa, sotto attacco su vari fronti. Nicolaus, dal canto suo, doveva anche fronteggiare il fratello, tornato dall’Italia malato di sifilide, che cercava ogni pretesto per dare scandalo. Intanto a Frauenburg, dove si è insediato, è stato nominato amminstratore dei beni esterni del capitolo. Furono anni difficili e demoralizzanti per lui, che fino a quel momento aveva trascorso quasi tutta la propria vita nell’empireo della scienza speculativa.
Il romanzo segue Copernico fino alla morte, mentre poco prima il suo trattato, che intanto ha trovato diversi estimatori, viene pubblicato contro la sua volontà. Lo scienziato infatti è conscio che così come è strutturato contiene degli errori fatali. Banville sceglie di dedicare un intero capitolo a Georg Joachim von Lauchen, detto Retico, scienziato che racconta in prima persona come si sia recato a Frauenburg per cercare di convincere Copernico alla pubblicazione e venga invece indotto a scrivere lui stesso un resoconto sul Commentariolus: “Ah, Retico! Siete convinto che vedere sia percepire, ma ascoltate, ascoltate: la vista non è percezione! Perché nessuno se ne rende conto?”.
Questo intrigante romanzo storico (Dr Copernicus: A Novel è il titolo originale) è tra i primissimi lavori di John Banville. La musica segreta, Guanda 2016, è la prima edizione italiana. Pubblicato nel 1976 è stato seguito da La Notte di Keplero (1981) e La Lettera di Newton (1982), libri diseguali tra loro, che formano la trilogia banvilliana sui protagonisti della scienza moderna.

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