Ho letto “L’invenzione del passato” di John Banville

Dopo Il mare e Dove è sempre notte sono andato a scovare quest’altro romanzo di Banville perché lo sapevo ambientato a Torino. La storia è stupefacente, intrigante, molto profonda. Un anziano e ipocondriaco professore anglosassone giunge a Torino per un convegno accademico e per incontrare una giovane ricercatrice che conosce un suo segreto inconfessabile. Axel Vander, il professore, non se ne andrà più da Torino. La città che viene descritta, vista con gli occhi dell’anglosassone, molto suggestionato da Nietzsche, è una sorpresa anche per i torinesi, una città molto internazionale assai prima dei Giochi Olimpici. E a Torino Vander rivive tutta la propria storia. Confermo: Banville è un grande scrittore. Urlo al capolavoro! Letto in vacanza.

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