Il taxista fisarmonicista, una storia romana

Qualche giorno fa ero a Roma. Chiamo un taxi per recarmi da zona San Paolo al Circo Massimo. Salgo sul mezzo, mi metto comodo e l’occhio mi cade sulla plancia dell’auto. Un tassista romano ha appiccicato con lo scotch l’immagine di una fisarmonica, ritagliata chissà da dove. Non già il simbolo della Roma o della Lazio come uno si potrebbe aspettare, no, proprio una fisarmonica.
Sono cultore dello strumento e appassionato esecutore rigorosamente dilettante, nonché collezionista di oggetti riproducenti la fisa in tutte le sue varie declinazioni: da cose di poco conto ad altre più pretenziose come ceramiche provenienti da diverse parti del mondo e persino un diavoletto di piombo e smalto che suona la fisa, risalente agli anni ’20 e scovato da un antiquario di Vienna.
Immediatamente ho estratto lo smartphone e fotografato il cruscotto. Il tassista, un cinquantino autoctono, se ne è avveduto e mi ha chiesto se anche a me piaceva la fisarmonica. E’ nato così un dialogo che è durato i pochi minuti del percorso ma intenso come quando due persone hanno una passione in comune da condividere. Sotto il sole di Roma ho trovato un collega. Suona solo da sette otto anni, predilige suonare il liscio e va anche a ballare: non proprio il mio repertorio.
Mi ha chiesto consigli che mi sono guardato bene dal fornire. Piuttosto gli ho suggerito di ampliare il suo repertorio con le partiture Musette delle Édition Paul Beuscher, che mi divertono pazzamente, e gli ho raccontato di quando a Helsinki in un negozio di musica ho scoperto i brani di Toivo Manninen, esponente della scuola di fisa finlandese a cavallo della seconda guerra mondiale, componente della famosa Dallapé Orkestra, tuttora attiva a novant’anni dalla sua fondazione. Così il discorso è scivolato sulle fisarmoniche di oggi. Il tassista è stato a Castelfidardo e se n’è fatta costruire una su misura. Io gli ho raccontato del mio organtone Verde di Leinì e della compatta SuperStradella che uso come muletto.
Poi la corsa è finita. Ma ci sarebbero state ancora tante cose di cui parlare.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Musica, Riccardo, Viaggi. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*