Ho letto “Un delitto da dimenticare” di Arnaldur Indriðason

Mi piace molto la saga di Erlendur Sveinsson, il poliziotto islandese inventato da Arnaldur Indriðason. In ogni romanzo c’è un caso contingente da risolvere, ma l’introverso poliziotto trova sempre il modo di aggiungere anche la riapertura di un cosiddetto ‘cold case’, un caso fermo ad un binario morto e ormai abbandonato dalla polizia. Molto spesso si tratta della ricerca di una persona scomparsa nel nulla ormai da tanti anni. E’ un fatto personale, dovuto a una tragedia occorsagli quando era fanciullo e di cui non parla mai volentieri. Riapre questi casi, alla cui soluzione non crede più nessuno, e indaga da solo, senza l’aiuto di colleghi e informando di sfuggita i suoi capi, in questo caso Marion Briem.
Erlendur aveva fissato Marion a lungo, come per decidere se fosse il caso di dire le cose come stavano. “Forse i casi che mi stanno più a cuore… non sono i casi di persone disperse o morte, ma…”
“Sì?”
“…ma quelli di chi è sopravvissuto ed è alle prese con i dubbi che un avvenimento del genere lascia dietro di sé. Forse le storie più interessanti sono quelle”.
Il romanzo si svolge in Islanda alla fine degli anni Settanta quando Erlendur è ancora un poliziotto alle prime armi, appena passato dalla stradale all’investigativa. Una donna che era solita bagnarsi nelle acque calde di uno dei laghi di Svartsengi, nei pressi di una centrale geotermica, trova casualmente un cadavere sommerso. Si tratta di un uomo, islandese, che lavorava nella vicina base NATO di Keflavik. L’autopsia stabilisce che potrebbe essere caduto da una grande altezza su una superficie piatta. Erlendur e il suo capo decidono di indagare sulle attività dell’uomo all’interno della base. Da parte degli americani viene però eretto un muro di ostilità nei confronti della polizia locale. D’altro canto in quegli anni di guerra fredda Keflavik era strategicamente importante per gli Stati Uniti per difendere l’Atlantico dall’Unione Sovietica e la base, pur fornendo un contributo importante all’economia del luogo, era vista da molti abitanti come una intromissione nella sovranità dell’Islanda che pure è l’unico paese della NATO privo di una propria forza militare. I precari equilibri tra islandesi e americani sono resi piuttosto bene da Indriðason nel libro. A questi si aggiungono anche problemi di ordine razziale tra gli stessi soldati americani quando una soldatessa di colore, Caroline, decide autonomamente di aiutare Erlendur e Marion nelle indagini all’interno della base. Non entro però nel meccanismo di questo giallo.
La seconda vicenda riguarda un caso di venticinque anni prima, una studentessa sparita nel nulla in uno dei quartieri più poveri di Reykjavík nel tragitto da casa a scuola.
Era una faccenda di tanti anni prima, e con ogni probabilità si trattava di suicidio, eppure Erlendur, per quanti ci provasse, non riusciva a togliersela dalla testa: quella ragazza era come uno spettro che di notte veniva a tirargli i piedi per far sì che lui non la dimenticasse.
Il poliziotto si dedica assiduamente alla lettura dei necrologi sui giornali e viene così ad apprendere che il padre della ragazza è appena morto. Resta solo una veccha zia e poi la fanciulla non avrà più nessuno a ricordarla. Erlendur si mette in contatto e prova a riprendere le fila della vicenda. Non dovrà andare molto lontano dalla casa dove viveva la ragazza ma alcune tracce lo portano ancora a contatto con gli stili di vita importati dagli americani nel dopoguerra.
Erlendur si strinse nel cappotto e continuò a camminare, avanzando controvento, meditando sul fatto che Dagbjört avesse acceso ancora di più il suo interesse per i casi di persone scomparse. Aveva scoperto che cosa era successo a quella ragazza, ma la cosa gli aveva dato pace solo per un po’.

Gli altri romanzi di Arnaldur Indriðason:
Sotto la città
, 2005
La signora in verde, 2006
La voce, 2008
Un corpo nel lago, 2009
Un grande gelo, 2010
Un caso archiviato
, 2010
Un doppio sospetto, 2011
Cielo Nero, 2012
Le abitudini delle volpi, 2013
Sfida cruciale
, 2013
Le Notti di Reykjavík, 2014
Una traccia nel buio, 2015

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