Ho visto “Inferno” di Ron Howard

Non ho letto il libro di Dan Brown perché ne avevo avuto a sufficienza con le avventure del professor Robert Langdon nelle puntate precedenti, Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni,  a cui peraltro avevo fatto seguire la lettura di La verità del ghiaccio durante un viaggio in Giappone. Chi ha letto il libro attendeva invece con ansia l’uscita del film diretto da Ron Howard, autore anche dei film 1 e 2 della trilogia.
E’ chiaro che il regista non poteva esimersi dalle ambientazioni previste dal libro, ma Inferno mi è parso un giganteseco e costoso spottone turistico per Firenze e Venezia, e massì anche Istanbul. Immagino il gran lavoro delle Film Commission Toscana e Veneto e la ricaduta in termini di promozione internazionale sulle due città. Firenze in particolare è al centro del plot con il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove è conservato l’affresco del Vasari riportante la misteriosa incisione “Cerca trova” la cui soluzione diviene un vero e proprio tormentone per tutto il film.
Lo studioso di simbologia professor Langdon prende una solenna mazzata in testa (dapprima gli viene fatto credere che si sia trattato di un colpo di arma da fuoco) e si risveglia in una stanza di ospedale a Firenze. Ha ricordi molto confusi, soprattutto ha visioni che lo portano in qualcosa di simile all’inferno. Una donna vestita da carabiniere cerca di farlo fuori ma il professore riesce a fuggire grazie all’aiuto di una bella dottoressa che dapprima lo porta a casa propria e poi lo accompagna attraverso mille peripezie nel capoluogo toscano e poi a Venezia. A dare la caccia a Langdon sono diversi soggetti, buoni e cattivi, anzi bisognerebbe parlare di buoni apparenti e cattivi apparenti che si scambiano le posizioni per tutto il corso del film. Oggetto del contendere è la salvezza dell’umanità altrimenti dissolta dal problema della sovrapopolazione. Un sedicente scienziato/miliardario, tal Bertrand Zobrist, intenderebbe scatenare un virus per ridurre drasticamente gli abitanti della Terra. Langdon dovrebbe impedire l’attuazione di quel piano, la stessa cosa vorrebbe l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma di chi fidarsi? Lo stesso Langdon alterna allucinanti visioni (al centro è sempre l’inferno di Dante) a improvvisi ritorni di memoria.
A Tom Hanks riesce bene il ruolo di quello che ha preso una botta in testa, per tutto il film ha lo sguardo un po’ rinco. Ha fatto cose migliori di questa. Di rilievo nel cast c’è la presenza di Omar Sy (quello di Quasi amici e Mister Chocolat). Inoltre Felicity Jones (era la moglie di Hawking in La teoria del tutto) e Irrfan Khan (il protagonista di Lunchbox).

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