Ho visto “Z’Bärg” di Julia Tal

E’ il classico film da festival.  Infatti è stato presentato al Solothurner Filmtage 2016, al Kinookus Film Festival Dubrovnik e in Italia al Trento Film Festival edizione 2016, dove ha ottenuto il Premio speciale del Museo degli usi e costumi della gente trentina. Nei giorni scorsi è approdato infine a Torino, per la simpatica rassegna In cordata. Film e narrazioni di montagna organizzata da Cinemambiente e dal Museo Nazionale del Cinema. E’ un piccolo docufilm sulla difficoltà di vivere e lavorare in alpeggio, realizzato da una giovane regista svizzera, Julia Tal. In un’ora e mezza racconta la vicenda di due ragazzi, Sarah e Sämi, che decidono di realizzare il sogno di prendere in gestione una malga in montagna nella Svizzera tedesca. Sembra una scelta di vita importante che la coppia affronta con una preparazione fatta soltanto di ore trascorse sui libri. La malga è isolata, su una montagna scoscesa. Lì fanno arrivare una mandria di mucche, alcune capre, maiali e galline. La stagione è favorevole ma il lavoro è pesante. Le sveglie antelucane per sfamare le bestie, riportarle nella stalla, mungere, spaccare la legna, non lasciano spazio alle tenerezze tra i due ragazzi e quasi neppure alle pulizie personali. I montanari che li hanno addestrati li avevano messi in guardia sulle difficoltà di quella vita. Ma l’entusiasmo per quel progetto era tanto. Poi ci si mettono di mezzo gli imprevisti: la vacca che abortisce, il formaggio contaminato dai batteri e preda delle muffe. La fatica si fa sentire. Via via che aumentano le difficoltà, crescono i dubbi di Sarah e Sämi sulla loro scelta. Dopo aver trasferito a valle ottanta forme di formaggio, l’estate è finita. E’ il momento di riportare le bestie al piano e chiudere l’alpeggio. Ma è difficile separarsi dagli animali, ognuno dei quali è chiamato affettuosamente per nome. Il sogno romantico di vivere in montagna per i due ragazzi sembra essere svanito.
Splendidi paesaggi e non può essere diversamente, siamo nell’Oberland Bernese. La regista fa in modo che lo spettatore parteggi per l’impresa e una colonna sonora fatta di musichette allegre aiuta a mantenere serena l’atmosfera del film. Il titolo significa transumanza.

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