Ho visto “Jesús” di Fernando Guzzoni – TFF Torino 34

Il mio personale palinsesto al TFF comincia da questo film cileno. A Santiago del Cile, in una fetta di città degradata, vive il diciottenne Jesús. Come tanti ragazzi della sua età non ha un indirizzo preciso verso cui indirizzare la propria esistenza. Abita con il padre Hector che si assenta per lunghi periodi per lavoro. Lasciato praticamente allo sbando, smette con la scuola e non lavora. Potremmo definirlo, con un termine moderno un “neet”. Pare piuttosto interessato a fare gruppo con altri coetanei in una band di danzatori hip hop, peraltro di scarso successo. Quelle poche volte in cui suo padre si affaccia nella sua vita, Jesús risponde con insoffernza. Una sera è trascinato da altri ragazzi, ormai sull’orlo della delinquenzialità, nel pestaggio di un coetaneo omosessuale che finisce in coma. Jesús vi partecipa solo marginalmente ma è quel tanto che basta per smuovere la sua coscienza. Vorrebbe confessare e si confida con il padre. L’uomo tenta di aiutarlo portandolo lontano dalla città e nascondendolo in un capanno. Recuparando finalmente un rapporto con il padre, Jesús si abbandona letteralmente nelle sue mani. Tuttavia Hector apprende dalla radio che il ragazzo pestato è deceduto, cambia programma e con uno stratagemma accompagna il figlio nelle mani della polizia. Come dire che la salvezza del figlio passa attraverso il suo tradimento.
Film molto duro e poco indulgente. La scena del pestaggio è insistita, mentre alcuni momenti di sesso tra giovani sono fin troppo espliciti. Il regista Fernando Guzzoni ha al suo attivo la partecipazione a parecchi festival internazionali (Montreal, San Sebastian, Cannes, L’Avana, Punta del Este, Trieste). Metto un asterisco a questo film in concorso tra quelli che potrebbero vincere un premio.

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