Ho visto “Porto” di Gabe Klinger – TFF Torino 34

Città affascinante come poche, Porto si presta a fare da sfondo a questa storia d’amore appena abbozzato. Una storia internazionale, perché Jake è un ventiseienne americano solitario di ottima famiglia (suo padre è diplomatico) e di nessuna qualità e ancor meno ambizione. Si adatta a fare di tutto un po’, l’ultimo lavoro è il manovale in un sito archeologico. Mati è un peperino francese, trentadue anni, un po’ in ritardo con gli studi di archeologia ma finalmente approdata a una borsa di studio per scavi in Portogallo. Proprio lì, dove i due giovani si vedono per la prima volta. Poi si incontrano in un caffè in città. Un po’ goffo lui, più intraprendente la ragazza, che se lo porta subito a casa. Prima però gli chiede di aiutarla a scaricare l’auto piena di pesanti scatoloni perché ha appena traslocato. Naturalmente viene da pensare che se ne sia approfittata e che voglia ricambiare in natura.
I fatti di quei giorni sono rivissuti anni dopo dai punti di vista dei due personaggi, prima Jake e poi Mati. In parte coincidono, in parte divergono. Il giorno seguente quella notte, Mati era rientrata in casa con il suo professore e amante. Jake era ancora tra i piedi, a vivere una  situazione imbarazzante.
Dopo anni Jake, sempre più trasandato, continua ad appostarsi fuori dal caffè di quella prima e unica volta. Anche Mati vi ritorna, ora è una donna divorziata dal professore che in seguito aveva sposato e ha allevato da sola una figlia ormai grande. Il ricordo di quella notte è rimasto nitido anche per lei. Nessuna possibilità di incontro. La struggente malinconia e il ricordo non possono che abitare in Portogallo. A Porto, precisamente, che regala i suoi panorami affascinanti e i chiaroscuri adatti ad una storia d’amore solo abbozzata. Film in concorso, costruito in maniera originale e con una splendida fotografia.
Coproduzione Portogallo, USA, Francia, Polonia. Gabe Klinger è un autore già apprezzato nei festival (aveva già vinto un Leone d’Oro per il Miglior documentario sul cinema a Venezia 2013 con Double Play: James Benning and Richard Linklater).
Ad avvalorare questa opera ci sono la coproduzione di Jim Jarmusch e la dedica alla compianta regista belga Chantal Akerman.

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