Ho visto “La mécanique de l’ombre” di Thomas Kruithof – TFF Torino 34

In concorso al TFF un bel thriller fantapolitico francese. Mobbizzato dal suo capo e poi licenziato, Duval passa due anni da disoccupato e da alcolizzato. Ne esce frequentando ‘alcolisti anonimi’ dove fa la conoscenza con Sara, da cui nasce il classico mutuo aiuto tra persone alla deriva. Un lavoro gli viene offerto con una telefonata misteriosa e in un successivo incontro a La Défense, quartiere direzionale di Parigi, un enigmatico uomo d’affari  gli spiega cosa dovrà fare.
Si tratta di trascrivere delle intercettazioni telefoniche attraverso regole ferree: deve rimanere in un appartamento vuoto da solo per l’intera giornata; troverà le audiocassette da sbobinare ogni mattina sulla scrivania; deve rigorosamente usare soltanto una comune macchina da scrivere; non deve fare parola con nessuno di quello che ascolterà. La paga è piuttosto alta e gli viene fornita in contanti settimanalmente in busta chiusa. Naturalmente Duval, in ristrettezze economiche, accetta senza porsi delle domande. Comincia così a lavorare ma dopo una sola settimana si rende conto di servire un’organizzazione politica che utilizza mezzi brutali ai propri fini, compresi complotti internazionali, estorsioni, omicidi. Vorrebbe uscirne ma viene costretto con le minacce a continuare. Un terzo uomo si affaccia nella vicenda dicendo di lavorare per la medesima orgnizzazione. Duval resta invischiato in un omicidio durante un furto di documenti in uno studio legale. A questo punto si affacciano i servizi segreti francesi e l’ex impiegato è preso in trappola dal doppio meccanismo. Per chi lavorare, di chi fidarsi e soprattutto come uscirne fuori senza danni?

Ora il film si fa incalzante, tanto da ricordare analoghi intrighi politici in pellicole americane: sullo sfondo ci sono le elezioni presidenziali francesi e i sistemi in atto non sono dissimili. Promosso a pieni voti il regista Thomas Kruithof, alla sua seconda opera. Si avvale peraltro di un cast importante con François Cluzet in grande evidenza (Quasi amici, Piccole bugie tra amici, Mister Chocolat), Denis Podalydès della Comédie-Française (anche lui in Mister Chocolat, aveva interpretato Louis Lumiére), Sami Bouajila, Simon Abkarian e la sempre più internazionale Alba Rohrwacher.
Si può dire che al cinema italiano manca la scrittura di film come questa produzione franco-belga?

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