Ho letto “Più lontano ancora” di Jonathan Franzen

Confesso che avevo comprato questo libro di Franzen credendolo un romanzo. Invece si trattava di un insieme di scritti – brevi saggi, ricordi personali, recensioni – ricco come una miniera d’oro, pieno di spunti da approfondire e di rimandi letterari che, curioso di libri e bulimico di letture come sono, dovrò andare a cercare.
C’è una critica ai social e al tecnoconsumismo che ci ha peggiorato la vita (Diventare amico di una persona su Facebook significa semplicemente includerla nella nostra personale sala degli specchi degli adulatori). Se la prende con la piaga degli I love you urlata al cellulare e ha un concetto particolare della privacy: Privacy, per me, non significa nascondere agli altri la mia vita privata. Significa evitare che la vita privata degli altri irrompa nella mia.
Poi c’è la cronistoria di una volontaria reclusione in un’isola del Pacifico meridionale, a ottocento chilometri dalle coste del Cile, per andare a osservare uccelli rari. Franzen è un appassionato ed esperto ornitologo. Lì si porta da rileggere il Robinson Crusoe di Daniel Defoe ed elucubra sulla nascita del romanzo moderno come espansione di una borghesia colta, interessata a leggere solo di se stessa. Ma soprattutto utilizza quel periodo di isolamento per elaborare il lutto per il suicidio del fraterno amico David Foster Wallace, grande scrittore pure lui (David era stato ucciso dalla noia e dalla disperazione per i suoi futuri romanzi). Qui c’è il primo spunto interessante e sono Le lettere di Berlicche di C.S. Lewis (quello delle Cronache di Narnia), quindi il richiamo a Pamela di Samuel Richardson che fu il primo a garantire pieno accesso letterario al cuore
Uno dei capitoli più interessanti è dedicato ad un viaggio in Europa – precisamente a Cipro, Malta e in Italia – per entrare in contatto con comitati contro l’uccellagione. Si dà il caso che i tre Paesi citati siano le tappe predilette per gli uccelli migratori e di conseguenza i luoghi dove questi vengono puntualmente massacrati. Ogni primavera circa cinque miliardi di uccelli si spostano in massa dall’Africa per andare a riprodursi in Eurasia, e ogni anno fino a un miliardo di questi uccelli viene deliberatamente ucciso dagli esseri umani, in particolare lungo le rotte migratorie del Mediterraneo. Franzen si occupa con rincrescimento dell’Italia e si domanda come sia possibile che la terra di San Francesco sia una lunga forca caudina per i migratori alati. Cita alcune leggende francescane e rammenta che l’allodola cappellaccia, con il piumaggio marrone smorto e la testina crestata ricordava il saio con cappuccio dei suoi Frati Minori.
Ad un certo punto il fratello regala a Franzen un copridriver da golf a forma di pulcinella di mare. Divertito e incuriosito… un pomeriggio, spinto da un brutto presentimento, andai in camera da letto, afferrai la pulcinella per le ali, la cacciai sotto una lampada e la rovesciai, ed ecco apparire l’etichetta: HANDMADE IN CHINA. Franzen decide così di partire per la Cina per cercare di capire cosa si cela dietro quelle produzioni a bassissimo costo. Ne nasce un reportage molto interessante, in cui anche l’inquinamento e la conseguente morìa degli uccelli non sono secondari.
Dove sorprende Franzen è nella scelta delle recensioni – ma più che altro sono riflessioni – di libri alquanto eterogenei, da Il poliziotto che ride di Maj Sjöwall e Per Wahlöö a Risveglio di primavera di Wedekind, da Rose e cenere di James Purdy a Il giocatore di Dostoevskij, passando per un assoluto atto d’amore verso il Premio Nobel Alice Munro: leggete Munro! leggete Munro! …Munro sta parlando a voi e a me, qui e adesso. Un capitolo nel quale è esplicitata la rivalutazione del racconto come forma letteraria.
Mi piacciono i racconti perché non lasciano spazio per nascondersi. L’autore non può tirarsi fuori dai guai con le chiacchiere: nel giro di pochi minuti raggiungerò l’ultima pagina, e se non ha niente da dire me ne accorgerò.
Potrei continuare con altre citazioni, tanti sono gli stimoli che questo libro mi ha dato. (Intanto sono andato a comprare una raccolta della Munro: in effetti in vita mia avevo sempre messo in secondo piano la forma del racconto…).

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*