Ho visto “Benvenuti al Nord”

Metti insieme alcune piccole gag divertenti (stupenda quella del pesciolino rosso nel sushi…), aggiungi due bravi professionisti come Bisio (anzi, il Bisio bisognerebbe dire….) e la Finocchiaro, qualche efficace caratterista (formidabili le maschere di Giacomo Rizzo e Nando Paone, i due Costabile), anche se la ciliegina è un Paolo Rossi che sposa la filosofia del lavoro giapponese, non hai ancora un bel film. La trama è straimmaginabile dopo aver visto “Benvenuti al sud” e prima ancora il francese “Giù al nord”, capostipite di questa serie di filmetti che minaccia di essere inarrestabile come i cinepanettoni (faranno anche “Qui all’Ovest” e “Di là all’Est”?). Restiamo sempre in ambito postale, ma questa volta il megadirettore Palmisan (un Paolo Rossi in gran forma, a metà tra il Brunetta e il Marchionne) si è messo in testa di realizzare a Milano l’ufficio postale modello all’insegna del progetto E.R.P.E.S. (efficienza, rapidità, puntualità……). Una ‘mission impossible’ anche per un Tom Cruise d’annata, figuriamoci per lo svagato Bisio. L’inserimento di un sudista (Alessandro Siani che gioca a fare il Troisi, ahilui….) nel gruppo di impiegati milanesi determina infine la non realizzabilità del progetto.
Come sempre succede in questi casi le gag migliori sono già contenute nel trailer (l’arrivo del postino Siani nel covo dei lumbard, il mastino napoletano con la maglia dell’Inter, Bisio in mutande leopardate….) per cui resta poco da vedere, a dispetto del brodo che è allungato a quasi due ore. Di veramente godibile c’è la Finocchiaro in duplice veste, interpreta la moglie e la suocera di Bisio. Nei panni della vecchia Erminia fa tenere la pancia in mano dalle risate. Occasione persa direi, per il regista Luca Miniero e per il francese Dany Boon, l’inventore della serie, chiamato qui a fare il produttore esecutivo. Chissà se il botteghino gli darà ragione.