Ho visto “Paterson” di Jim Jarmusch

A Paterson, New Jersey, è nato Lou Costello (del duo comico Gianni&Pinotto). A lui è intitolato il parco cittadino. A Paterson, New Jersey, ha vissuto e lavorato Gaetano Bresci, prima di far ritorno in Italia per uccidere re Umberto I.  A Paterson, New Jersey, ha abitato il poeta della ‘beat generation’ Allen Ginsberg. Tutti citati nel film Paterson di Jim Jarmusch. Ma soprattutto a Paterson, New Jersey, il poeta americano William Carlos Williams ha dedicato il suo poema epico in cinque volumi. Williams voleva fare di Paterson, New Jersey, ciò che James Joyce aveva fatto di Dublino. E lo spirito di William Carlos Williams aleggia su tutto il film, che vede per protagonista Paterson (altro nome non è dato) che vive a Paterson, New Jersey, e fa l’autista. Curioso che l’attore che lo impersona si chiami Adam Driver e nel film faccia il driver di autobus. Se avete visto Silence di Scorsese, Adam Driver è Padre Garupe. Ma questa è un’altra storia.
Dunque a Paterson, New Jersey, non accade nulla di particolare. Il film ci mostra una settimana della vita di Paterson, a partire dal lunedì: ogni giorno la sveglia alle 6.30, la colazione, un saluto alla moglie Laura, la guida del bus cittadino. Paterson ascolta i discorsi dei passeggeri, con il pensiero entra nelle loro vite e quando è in sosta scrive poesie su un taccuino che porta sempre con sé. Quando torna dal lavoro, percorrendo sempre gli stessi passi, porta fuori Marvin, il cane della moglie, e si ferma ogni sera in un pub per un birra dove incontra sempre la stessa umanità. A volte si ritira in un piccolo studio dove conserva con cura i libri di tanti poeti americani: Frank O’Hara, Ginsberg, Wallace Stevens e naturalmente non manca Selected Poems di William Carlos Williams.
Laura è una sorta di artista, cambia continuamente aspetto alla casa decorandola in bianco e nero come i suoi vestiti e come i cupcake che cucina per venderli nei mercatini. Laura e Paterson sono una coppia felice. Lei apprezza le poesie di Paterson e lo sollecita a pubblicarle o a farne almeno una fotocopia per sé.
Il sabato sera i due sono a cena fuori e Marvin ne approfitta per fare a pezzi il prezioso taccuino che Paterson ha dimenticato a casa, distruggendo così anni di poesie. Ma uno strano incontro la domenica mattina, di fronte a uno dei panorami più suggestivi di Paterson, New Jersey – The Great Falls of the Passaic River – ridà al ragazzo nuove speranze e possibilità di scrivere.
A tre anni dal fantasioso Solo gli amanti sopravvivono Jim Jarmusch, manco a dirlo, firma un film molto poetico. Ci dimostra che la poesia può scaturire dal nulla: da una giornata insignificante, un incontro casuale o anche una semplice scatola di fiammiferi. Nessun personaggio è messo lì a caso. Se Laura sogna di avere due gemelli, Paterson ogni giorno ne incontra una coppia. Le stesse azioni di Marvin, bulldog dispettoso, sono propedeutiche al disastro del taccuino. E con la frase finale – A volte una pagina bianca può contenere molte possibilità – l’ex capofila dei cineasti indipendenti americani sembra  esortarci a scrivere poesie. La poesia è di tutti e per tutti, anche di una ragazzina incontrata per caso.
Straordinario è Adam Driver, soprattutto dopo averlo visto subito dopo in Silence, mentre la bella moglie Laura è la brava attrice iraniana Golshifteh Farahani (Come pietra paziente).

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