Ho letto “L’ora dei gentiluomini” di Don Winslow

L’ignoranza forse non è la felicità, ma la conoscenza non sempre è un cono al cioccolato con sopra le nocciole grattugiate. E se qualcosa appartiene al passato forse è meglio lasciarlo lì.
Ci sono pochi scrittori che riescono a inchiodarmi nella lettura dei loro romanzi come Don Winslow. Ho preso in mano L’ora dei gentiluomini un sabato pomeriggio e non l’ho mollato fino alla domenica sera. Sapevo cosa mi attendeva, tuttavia non è necessario aver già letto L’inverno di Frankie Machine (2006) o La pattuglia dell’alba (2008) di cui questo libro (2009) è il seguito. Don Winslow è un cantore del surf californiano.
L’ora dei gentiluomini è quel momento, a mattina inoltrata, in cui il surf viene praticato con ritmi da gentiluomini quando i giovani rampanti (quelli dell’alba) hanno ormai abbandonato le onde. Tra i gentiluomini c’è chi, per età o censo, non ha la necessità di alzarsi presto. Boone Daniels, di professione detective privato, vive per surfare e si trova a metà strada. Come spirito è ancora insieme ai suoi amici di sempre – cavalieri dell’onda senza macchia né paura –  che costituiscono la ‘pattuglia dell’alba’, ma sempre più spesso va a surfare all’ora dei gentiluomini, a volte per motivi professionali, dovendo incontrare qualcuno per le sue indagini.
L’Ora dei Gentiluomini è un’antica istituzione del surf. E’ il secondo turno della giornata del surfista, e segue a rotazione la Pattuglia dell’Alba, quando i giovani della mattina presto vanno al l-a-v-o-r-o e lasciano la spiaggia ai vecchi ‘veteranos’: pensionati, medici e imprenditori di successo che non devono lavorare dalle nove alle cinque.
Boone è stato nella polizia ma poi ne era uscito per non sottostare a compromessi imbarazzanti. Tra i surfer di San Diego ci sono però delle bande che poco democraticamente si annettono dei tratti di spiaggia impedendo agli altri di cavalcare l’onda. Una di queste bande, composta da annoiati figli di papà, ha fatto fuori in una rissa Kelly Kuhio, storico surfer hawayano e icona di tutti gli appassionati. Boone viene ingaggiato dagli avvocati di Corey Blasingame, il ragazzo che si ritiene abbia tirato il pugno fatale a Kuhio, per trovare una linea di difesa che gli eviti il carcere a vita. Ma con questo si mette contro gli amici della pattuglia che hanno già condannato Corey. In particolare Boone si scontra con Johnny ‘Banzai’, il tenente della polizia che aveva effettuato l’arresto e raccolto la prima confessione del ragazzo.
Tutto questo è solo l’antefatto perché nel romanzo c’è molto altro: la speculazione edilizia sulla costa di San Diego, le società di assicurazione corrotte, né poteva mancare il famigerato ‘Cartello’ messicano. E l’andamento della vicenda rischia di frantumare il coeso gruppo di amici: Dave the Love God, High Tide, Johnny Banzai, Hang Twelve. Poi però tutto si raddrizza e dopo un agosto di assoluta bonaccia – con il mare più piatto del Kansas – anche l’oceano riesce a trovare quell’energia necessaria per produrre un’onda.
Dispiace staccarsi da questa narrazione e dalle regole morali di questo sport:
1 Mai fregare l’onda a un anziano.
2 Mai fare il fenomeno, esibendosi in cose che un corpo giovane può fare e un corpo vecchio no.
3 Mai offrire la propria opinione su qualsiasi argomento.
4 Mai, ma proprio mai, dire qualcosa tipo: “Questa ce l’hai già raccontata”.
Fosse così in tutti i campi della vita! Che diamine, un po’ di rispetto per gli anziani!

China Girl
Il cartello
Missing – New York
Morte e vita di Bobby Z
I re del mondo
Le belve
Il potere del cane
Satori
L’inverno di Frankie Machine
La pattuglia dell’alba

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