Ho visto “Manchester by the Sea” di Kenneth Lonergan

Una tragedia familiare del passato pesa su Lee Chandler, ancora giovane idraulico e tuttofare per conto dell’amministratore di alcuni palazzi a Boston. E’ un tipo che si accontenta di poco, lavora in cambio di un alloggio in uno scantinato e per pochi spiccioli, anche accettando incombenze umili. Ricevuta la notizia della morte del fratello, Joe si reca nella sua cittadina d’origine, Manchester, nella Contea di Essex, in Massachusetts. Lee deve occuparsi di tutto: organizzare il funerale, pensare alle questioni dell’eredità e alla barca da pesca del fratello, poi scopre di essere stato nominato tutore del nipote Patrick, il figlio quindicenne  di Joe. Solitario e introverso, Lee vorrebbe tornare a Boston al più presto ma l’affetto per il nipote lo frena. D’altra parte il ragazzo ha lì le sue radici e i suoi legami, sta vivendo la fase delicata dell’adolescenza, con le pulsioni del sesso divise tra due fidanzatine, poi c’è la scuola, la barca del padre che vorrebbe rimettere in sesto, gli amici della band in cui suona la chitarra, la squadra di hockey. Mentre si occupa di tutto, Lee vede riaffiorare aspetti della sua vita che da sempre cerca di dimenticare, l’ex moglie Randy, la cognata, la comunità di Manchester da cui era fuggito e con la quale non vuole riallacciare rapporti.
Con continui flashback Kenneth Lonergan ci mette a parte della complicata personalità di Lee e dei rimorsi che lo attanagliano. Tuttavia Patrick ha un effetto positivo sullo zio, a poco a poco i contrasti si appianano e Lee riesce a trovare una soluzione che accontenta il ragazzo. Adottato da una coppia di amici del padre, Patrick resta a vivere a Manchester-by-the-Sea mentre lo zio torna a Boston promettendo al ragazzo di fare qualcosa di meglio nella vita, come trasferirsi in una casa vera e trovare un lavoro più importante, forse anche impostare una relazione mentre per ora ne sembra refrattario.
Film non triste, come è l’andazzo della cinematografia di oggi, ma estremamente malinconico. E alla malinconia contribuiscono montaggio, musiche, fotografia e il contesto invernale del Massachusetts, l’Atlantico affascinante ma perennemente grigio, il ghiaccio che non permette di tumulare le spoglie di Joe…
Ormai è noto che Casey Affleck (fratello del più affermato Ben) ha vinto l’Oscar per la miglior interpretazione maschile, mentre a Kenneth Lonergan è andato il premio per la miglior sceneggiatura originale, che, detto fra noi, è significativo quanto un premio al film e alla regia.

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