Ho letto “Una vita a bottoni” di Riccardo Tesi e Neri Pollastri

Avevo qualche cd di Riccardo Tesi, anzi di Banditaliana, prima ancora di vederlo suonare dal vivo in alcuni concerti (Etétrad, Maison Musique serata per il ventennale del gruppo…) e di interessarmi un po’ più da vicino di musica popolare. Avere tra le mani questo libro mi ha definitivamente spalancato davanti un mondo.
Intanto, la struttura di questo bel lavoro del critico musicale Neri Pollastri. Non è il classico libro-intervista. E’ articolato in capitoli che cronologicamente corrispondono, grosso modo, ai lavori di Riccardo Tesi e alle sue infinite collaborazioni. Per ogni progetto viene raccontata la genesi, lo sviluppo, i musicisti che hanno collaborato, la pubblicazione,  i concerti e le tournée che lo hanno accompagnato ed infine il lascito maturato, in termini di esperienza, per i lavori successivi. Potrebbe sembrare un libro quasi scientifico se non ci fossero le incursioni di Riccardo Tesi a spiegare e puntualizzare il riccardotesipensiero su ogni cosa. Diciamo che ci mette l’anima. Si aggiungano poi le testimonianze di vari personaggi che con lui hanno professionalmente collaborato. E allora il libro diventa veramente leggibile e godibile.
E’ un percorso lunghissimo che oggi tocca i quarant’anni di attività. Dal folk dell’Appennino pistoiese, dai primi passi con Caterina Bueno ai palcoscenici di tutto il mondo. La Francia è la sua seconda patria, dove è acclamato come una rockstar. Artisti di ogni settore musicale lo hanno chiamato a collaborare, compresi il teatro e il cinema.
La carriera ‘a bottoni’ di Riccardo Tesi è tutta (per ora) in queste trecento pagine, che comprendono l’articolata discografia, un ricco corredo fotografico e soprattutto un cd di brani selezionatissimi che ho ascoltato, insieme ad altri, mentre leggevo il libro.
Ma non ho ancora detto la parola magica. Organetto. Pollastri ne narra brevemente la storia, poi lascia che Tesi racconti l’eccellenza della ditta Castagnari, che da generazioni costruisce questo strumento che negli ultimi anni, grazie proprio a musicisti come Riccardo Tesi, ha conosciuto una nuova vita.
L’organetto, antenato della fisarmonica di cui era considerato il parente povero, oggi ha ribaltato il suo ruolo e splende di luce propria. Non mi piace usare il termine, ma Tesi ha veramente ‘sdoganato’ l’organetto nella musica superando stili e barriere geografiche, traghettandolo nel jazz, nel rock, nella musica classica, nella world music. E le collaborazioni a cui è stato chiamato lo dimostrano: da Fabrizio De André a Ivano Fossati, da Cristina Donà a Gian Maria Testa, Piero Pelù, PGR, Skiantos, Stefano Bollani e una infinità di altri.
Ha promosso e fatto evolvere l’organetto diatonico partendo dalla musica popolare che tuttavia non ha mai abbandonato, perché occorre aver “un atteggiamento creativo e non museale nei confronti della musica popolare, che richiede di avere il coraggio di tradire la tradizione, senza però perderne l’identità”.
Dice inoltre Riccardo Tesi, a proposito del suo approccio con lo strumento: “ho scelto uno strumento paradossalmente impopolare, nel senso di sconosciuto; ho passato la vita a spiegare che era un organetto e non una fisarmonica; per molto tempo ho subito le battute degli amici musicisti. Ma io sapevo quel che stavo facendo: me lo diceva l’istinto, me lo confermava la passione e alla fine me l’hanno sempre riconosciuto tanto il pubblico, quanto i colleghi“.
Ancora sulla musica popolare: “ho studiato la musica del centro-sud Italia, quella sarda, ma poi ho capito che non sarei mai potuto diventare un musicista tradizionale. Ed è allora, quando mi sono messo a cercare la mia strada, che sono riaffiorati anche tutti i ricordi delle tante musiche che avevo ascoltato in passato: il rock, il jazz, la canzone d’autore, musiche distanti ma unite da un denominatore comune, il Mediterraneo, inteso come pensiero e come sensibilità”.
Riccardo Tesi – Una vita a bottoni, è del 2016, pubblicato da squi(libri), una valorosa casa editrice attenta alla ricerca antropologica e alla cultura orale.

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