Al turismo piace il ventre delle miniere

Una visita alle miniere dell’Alto Adige costituisce un significativo esempio di quello che con un termine orribile viene definito ‘turismo esperienziale’. In questo segmento del turismo i visitatori sono in crescita e quanto ho visto in Val Ridanna rappresenta un modello organizzativo utile ad altre regioni, quantunque manchi ancora un collegamento per mettere in rete e valorizzare ulteriormente l’enorme patrimonio dei musei realizzati nelle miniere dismesse del nostro Paese. Il sottosuolo della Penisola, sventrato da secoli, forse millenni, di estrazioni minerarie ha una potenzialità turistica non indifferente e già ora alimenta un flusso di visitatori importante.

Ho visitato nel corso dell’estate una delle eccellenze minerarie, per i contenuti proposti ma soprattutto per l’organizzazione, quel Museo provinciale delle miniere che si è formato negli anni in provincia di Bolzano e che comprende quattro sedi: il Mondo delle miniere Ridanna Monteneve (accesso dalla Val Ridanna), l’Avventura in miniera Monteneve Passiria (accesso dalla Val Passiria), e, in Valle Aurina, il museo nel Granaio a Cadipietra e la Miniera di Predoi con l’annesso Centro climatico. Nato a metà degli anni ’90, il Museo provinciale delle miniere racconta la storia delle miniere nel Tirolo meridionale, un’attività che si è svolta tra il XIII e il XX secolo, e la dura vita dei minatori di un tempo. Nel corso del 2016 il museo ha totalizzato 103.522 visitatori con un incremento del 7,46% rispetto all’anno precedente.
Un successo che si spiega visitando la miniera di Monteneve, una delle più alte d’Europa e quella più a lungo sfruttata nell’ambiente alpino: per quasi un millennio, dal Medioevo al 1985, vi si estrassero argento, piombo e zinco, spesso in condizioni estreme. Si estende dal termine della Val Ridanna, a quota 1400 metri, fino alla forcella di Monteneve (2700 m) e verso la Val Passiria con l’antico villaggio di minatori di San Martino a Monteneve  (2355 m). L’intera area ospita due sedi del Museo provinciale delle miniere, l’Avventura in miniera Monteneve Passiria e il Mondo delle miniere Ridanna Monteneve, che offrono diverse tipologie di visita. Il turista ha la possibilità di immergersi nella dura realtà dei minatori di un tempo. Gli impianti di estrazione sono ancora perfettamente funzionanti e durante i tour nella miniera vengono azionati e si possono così sperimentare l’oscurità, l’umidità, i rumori, gli odori, le polveri a cui erano sottoposti i minatori. Un tour di circa 2 ore, accessibile anche ai disabili, è la proposta base. Più lunghi e complessi i tour “Monteneve avventuroso” (7 ore) e “Il mondo delle miniere di Monteneve” (ben 10 ore e più), ovvero veri e propri turni di miniera con tanto di percorsi con il trenino delle gallerie e poi a piedi attraverso pozzi, corsi d’acqua e strettoie e cimentandosi, con punta e mazzetta, nell’estrazione del minerale. La guida del gruppo a cui ho partecipato, una giovane geologa di Roma trapiantata in Tirolo per motivi di studio e di lavoro, ha mostrato perizia e profonda conoscenza e tanta empatia.
Al modello del Museo provinciale delle miniere della provincia autonoma di Bolzano ora stanno guardando altre regioni per arricchire in modo significativo l’offerta turistica. Ne è un esempio la Valle d’Aosta che sta progettando il suo parco minerario regionale e che nello studio di fattibilità ha preso ad esempio proprio i siti turistici di Ridanna Monteneve e Predoi.

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