Ho visto “L’altrove più vicino” di Elisabetta Sgarbi – 35° TFF, Festa Mobile

Anno dopo anno al Torino Film Festival Elisabetta Sgarbi ci porta una sua ciliegina: così è stato nel 2015 con Colpa di comunismo e nel 2016 con La lingua dei furfanti. Quest’anno ci ha regalato un altro gioiellino della sua produzione, L’altrove del vicino che non è altro che Un viaggio in Slovenia, come recita il sottotitolo, ricco di suggestioni perché ci conduce ai confini dell’altrove, pur se quell’altrove, come dice Magris, è solo a un quarto d’ora dall’Italia. Proprio lo scrittore Claudio Magris apre la carrellata di testimonianze parlando dei suoi cammini nei boschi, alla ricerca dell’orso mai trovato e sul Monte Nevoso, della Slovenia come crocevia di culture. Il noto germanista sceglie di parlare dal Magazzino 18 di Trieste, dove sono conservate le masserizie degli esuli di Istria, Quarnero e Dalmazia. Esuli come la scrittrice Marisa Madieri, che fu moglie di Magris e di cui lo scrittore triestino cita alcuni versi. Il Magazzino 18 è il luogo della memoria a cui Simone Cristicchi qualche anno fa ha dedicato uno spettacolo intenso e commovente.
Elisabetta Sgarbi fa parlare Paolo Rumiz, il poeta Alojz Rebula, ormai cieco ma che continua a scrivere, il maestro Igor Coretti Kure che dirige l’Ensemble Spirit of Youth Orchestra (80 giovanissimi elementi da 20 paesi) e parla del linguaggio universale della musica. Poi con le immagini ci porta all’ospedale partigiano di Franja, ricavato in una gola tra le montagne, inaccessibile ai nazisti, dove venivano curati sia partigiani che soldati tedeschi e mostra un cartello che accoglie i visitatori: “Qui comincia l’Europa”.
In 50 minuti si compone un mosaico di questa terra dove i confini sono stati fatti, cancellati, spostati, rifatti decine di volte prima di trovare un assetto stabile definitivo (?). Collaboratori abituali per i documentari di Elisabetta Sgarbi sono Franco Battiato che cura la supervisione degli inserti musicali e Toni Servillo che in questa occasione recita brani dello scrittore ultracentenario Boris Pahor (a cui mi sono tardivamente avvicinato leggendo il coinvolgente Dentro il labirinto, ma per scoprire autori così non è mai troppo tardi).

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