Ho visto “The Scope of Separation” di Chen Hue – 35° TFF, in concorso

Film minimalista che a vederlo è come bere un bicchiere d’acqua fresca. E’ narrato in prima persona dal protagonista Liu Shidong, un giovane senza arte né parte e neppure tanta voglia di lavorare. Eredita soldi alla morte del padre e anziché investirli o crearsi un’attività preferisce dilapidarli in poco tempo. Vive alla giornata spendendoli in bar e ritrovi, tra bevute e giochi con gli amici. Un perditempo. La ripetitività delle azioni che gli vediamo fare – come accendersi la sigaretta centinaia di volte – fornisce la cifra della sua inutilità nella società. Trova anche qualche ragazza che gli dà corda e intreccia una breve relazione. Wang Yuzi, una ragazza introversa che però non lo fa divertire, e Yao Ye, più festaiola e affine a lui, con la quale va a convivere per qualche mese. Poi parte per andare a studiare a Parigi e Liu Shidong torna a essere solo. In questo frangente incontra un amico che gli propone di collaborare nella creazione di un club privato. Il ragazzo ci prova ed entra così nel mondo adulto. La morale della storia è che quando è il momento giusto il lavoro arriva anche se non lo cerchi. Magari, fosse per tutti così! Nel finale Liu incontra nuovamente Yuzi, che nel frattempo si è impiegata in una compagnia dell’elettricità, ma le loro strade sono definitivamente separate.
Chen Hue ha ventisette anni, ha studiato cinema a Vancouver. The Scope of Separation è la sua opera prima. Un esordio leggero e discreto che ha il pregio di accendere un riflettore sulla gioventù cinese di oggi.

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