Ho visto “Mary Shelley” di Haifaa al-Mansour – 35° TFF, Festa Mobile

Il film segue la storia di Mary Godwin Wollstonecraft, dai 16 anni e quindi dall’incontro con Percy Bisshe Shelley fino alla pubblicazione del suo capolavoro, Frankenstein, o il moderno Prometeo.
Come in tutti i biopic la vicenda originale viene di molto sfrondata in fase di scrittura e tuttavia mantiene gli elementi essenziali del percorso umano e letterario di questa donna, anticonformista e femminista ante litteram, ad un’età in cui le giovani d’oggi neppure se lo sognano. Mi pare persino ozioso raccontare la trama e il clima di libertinaggio in cui vivevano i due poeti, Shelley e Lord Byron. Più interessante è apprendere la genesi del capolavoro di Mary Godwin, allora non ancora maritata Shelley in quanto il poeta era vincolato da un precedente matrimonio.
Nel maggio del 1816, Percy e Mary, sempre con la sorellastra Claire al seguito, soggiornano a casa di Lord Byron a Ginevra. Claire è già incinta di quest’ultimo. In casa c’è anche il medico John William Polidori. In una sera di tempo poco clemente il gruppetto decide di fare un gioco: ognuno deve esercitarsi a scrivere una storia con elementi soprannaturali. Come in trance, Mary compone di getto quello che diventerà Frankenstein, o il moderno Prometeo. L’autrice si deve però scontrare con il maschilismo imperante nell’editoria, nessuno vuole pubblicare una storia simile scritta da una donna, per di più diciottenne. Infine un editore accetta, a patto che sia anonimo e preceduto da una prefazione di Shelley. Nasce così il mito di Frankenstein. Successivamente riuscirà ad avere il suo nome sul libro ad opera del padre Wlliam Godwin, filosofo e libraio. Ma a quel tempo sarà già sposata con Shelley.
Il cast è composto da giovanissimi attori: Elle Fanning (Mary Shelley), Bel Powley (Claire Clairmont), Douglas Booth (Shelley), Tom Sturridge (Byron), Ben Hardy (Polidori). La curiosità se mai è che la regista è saudita (Haifaa al-Mansour, quella di Wadjda-La bicicletta verde) e si cimenta con una storia che più inglese non si può. Universalità del cinema! Il film, quando uscirà nelle sale, è di quelli da vedere in coppia in una domenica pomeriggio piovosa.

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