Ho visto “Bamy” di Jun Tanaka – 35° TFF, in concorso

“I fantasmi non esistono… li creiamo noi, siamo noi i fantasmi!” (Pasquale Lojacono in Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo).
Parto da questa citazione che non c’entra nulla con il film per arrivare a parlare dei fantasmi che vede Ryota e che sono preceduti da visioni di ombrelli che ruotano disordinatamente nel cielo: i fantasmi di Ryota sono neri, sconosciuti, comunque morti, forse cattivi.
Il ragazzo si è appena sposato con Fumiko, una ex compagna di scuola, ma il loro rapporto si deteriora quasi subito, proprio a causa delle sue visioni che la moglie non riesce a comprendere. Ryota è ossessionato dai morti che gli compaiono ovunque, in casa, per strada, nel posto dove lavora come magazziniere. Presto però incontra un’altra ragazza, Sae Kimura, che ha lo stesso tipo di percezione e con cui si intende meglio. Così lascia la moglie per la nuova fanciulla. Ma si scoprirà che neppure con lei funziona. Colpa degli ombrelli (rossi) che volano? O dei nuovi fantasmi, questa volta enormi, che si sono affacciati in cima a un grattacielo?
Il film è alquanto criptico, forse bisognerebbe rifarsi a certi miti asiatici (fato? destino?) per capirlo. Forse è Jun Tanaka che vede i fantasmi. Meglio allora ritornare alla frase iniziale di De Filippo e lasciare che se la sbrogli la giuria: Bamy è in concorso.

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