Ho letto “Il destino dei Malou” di Georges Simenon

Suo padre era veramente un parvenu come gli rinfacciavano durante i litigi certi suoi compagni di scuola?
Dopo la morte del padre Eugène, il diciassettenne Alain Malou cerca di mettere insieme frammenti della personalità del padre che in realtà non ha mai conosciuto a fondo. Il capofamiglia, self-made man del settore immobiliare in una cittadina della provincia francese, si è appena sparato un colpo di pistola a causa del dissesto finanziario dovuto alle sue spericolate operazioni. E’ una famiglia che ha vissuto molto sopra le righe e alla quale Eugène non ha mai fatto mancare nulla. L’ultimo tentativo di salvarsi lo aveva fatto andando a chiedere l’ennesimo prestito al conte d’Estier il quale doveva proprio a lui le sue fortune. Alla moglie non sono rimasti neppure i soldi per il funerale. La famiglia in città era molto chiacchierata per l’esibizione smodata della ricchezza ma anche per il passato poco chiaro di Eugène dal quale i giornali locali hanno fatto emergere sordidi particolari. La sorella di Alain, Corine, d’altra parte non è un bell’esempio di moralità. Cresciuta tra mille vizi, è diventata una donna procace e impudica ed è l’amante mantenuta di un noto chirurgo, sposato e con due bambine. Insomma, una ragazza che genera scandalo all’interno della comunità e getta ulteriore discredito sulla famiglia. Seppellito il marito, con la casa sigillata dall’ufficiale giudiziario e con gli arredi posti sotto sequestro, la madre parte per Parigi dove va ad abitare da una sorella. Corine e il fratello restano nella cittadina. Non hanno mai legato e la disgrazia ha acuito la loro distanza. Ciascuno va per la sua strada.
Era sempre così quando si riuniva la famiglia. Tutti parlavano, parlavano, e non si arrivava mai a un accordo.
A questo punto Alain, abbandonata la scuola, cerca di mantenersi lavorando. Vuole diventare ‘grande’. Trova impiego in una tipografia e alloggio in una pensioncina. Ma il cognome che porta – Malou – è molto pesante e si ritorce contro le sue buone intenzioni. Intanto cerca testimonianze, anche presso persone non del tutto disinteressate, circa la vita e soprattutto i veri motivi del suicidio del padre. Sono informazioni contradditorie che scombussolano ancor più il ragazzo. Per sua fortuna ci sono un paio di veri amici di Eugène che lo indirizzano a prendere le decisioni giuste per la sua vita: dopo il distacco dal resto della famiglia, anche l’allontanamento da quella cittadina pettegola e senza futuro.
Le destin des Malou (1947) è forse tra i romans-durs (quelli senza Maigret) meno avvincenti di Georges Simenon. Qui non c’è un omicidio, anche se potremmo ritenere la bigotta e conservatrice società locale l’ispiratrice del suicidio di Malou. Spiccano nella narrazione le descrizioni della conturbante Corine (aveva una pelle finissima… era solo carne e forme… un corpo florido e formoso… il ventre biondo…) sulle quali Simenon indugia molto. Non a casa il poco smaliziato Alain è sempre molto imbarazzato di fronte alla sorella.
“Ci sono persone oneste e persone disoneste. Ma i più numerosi di tutti, soprattutto in certi ambienti, quando si sale anche di un solo gradino nella cosiddetta scala sociale, sono i falsi onesti o, se preferisci, le persone oneste che di nascosto fanno cose ignobili”

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