Ho letto “Il commesso viaggiatore” di Arnaldur Indriðason

Sono un cultore di Indriðason, come si può evincere dalle recensioni di tutti i romanzi pubblicati in Italia da Guanda della serie di Erlendur Sveinsson. Non so se lo scrittore islandese abbia abbandonato definitivamente il commissario di Reykjavík (spero che si sia preso solo una pausa, altrimenti dica chiaramente che la saga è finita), ma quest’altro romanzo uscito nel 2017 non mi ha convinto per nulla. Già in altri romanzi Indriðason aveva inserito casi irrisolti che affondavano le radici negli anni della seconda guerra mondiale. Questo si svolge invece totalmente nel 1941, in pieno conflitto, con l’Islanda, ultimo baluardo contro il dilagare del nazismo in Europa, occupata dalle truppe angloamericane. Sono presenti così tanti militari che la popolazione maschile dell’isola è praticamente raddoppiata. Si è creata quindi quella che i locali chiamano la “Situazione”, un insieme di relazioni tra donne islandesi e soldati, contrastata dalle autorità e dagli stessi vertici militari. Molte donne sfruttavano questa condizione per emanciparsi e sfuggire alla povertà: alcune aprivano attività come le lavanderie per l’esercito, tutte rincorrevano il sogno di sposare un americano e di scappare dall’isola. E nella “Situazione” fioriva la prostituzione, crescevano aborti, anche tra le minorenni, tradimenti, furti.
Questo è il substrato di un omicidio, un civile ucciso da un colpo di pistola alla nuca, con un proiettile americano. E’ un commesso viaggiatore ritrovato a casa di un collega. Sulla fronte qualcuno gli ha disegnato con il suo stesso sangue una svastica. Il ricercato è il proprietario dell’appartamento, figlio di un medico filonazista di origini tedesche. L’indagine è condotta da Flóvent, l’unico agente islandese rimasto a presidiare la polizia locale, a cui le autorità americane hanno affiancato Thorson, un giovane canadese di origini islandesi che fa parte della polizia militare. Entrambi sono inesperti e mai si sono trovati a occuparsi di un omicidio. In breve però diventano una coppia di investigatori affiatata e battono tutte le piste, con metodi ingenui in apparenza ma alquanto efficaci. Flóvent si dedica all’entourage del medico e quindi al versante nazista. Thorson bazzica invece il giro dei soldati britannici e americani, i locali da ballo, le lavandaie del posto.
Se è indubbiamente interessante dal punto di vista storico per l’atmosfera della “Situazione”, Il commesso viaggiatore è carente dal punto di vista dell’intensità che caratterizzava i precedenti romanzi di Indriðason. Manca lo spessore dell’introverso personaggio di Erlendur Sveinsson, i suoi fantasmi del passato, con il fratellino Bergur, la figlia tossica Eva Lind, l’indefinibile vecchio capo Marion Briem, i colleghi Elinborg e Sigurdur Oli.

Sotto la città, Guanda (2005)
La signora in verde, Guanda (2006)
La voce, Guanda (2008)
Un corpo nel lago, Guanda (2009)
Un grande gelo, Guanda (2010)
Un caso archiviato, Guanda (2010)
Un doppio sospetto, Guanda (2011)
Cielo nero, Guanda (2012)
Le abitudini delle volpi, Guanda (2013)
Sfida cruciale, Guanda (2013) (con la prima comparsa di Erlendur)
Le notti di Reykjavík, Guanda (2014)
Un delitto da dimenticare, Guanda (2016)

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*