Ho letto “Lady Las Vegas” di Don Winslow

Las Vegas, pensò Neal, è una città costruita con il denaro dei perdenti per far sentire tutti vincenti.
E’ il quarto appuntamento con Neal Carey (London Underground, China Girl, Nevada Connection tutti scritti negli anni ’90 ma pubblicati da Einaudi solo a partire dal 2016) il giovane appartenente agli “Amici di Famiglia”. Attenzione, non è un’organizzazione criminale, se mai combatte le varie mafie e trova soluzioni positive per conto del gruppo che a sua volta è sotto contratto di una banca. In questo frangente Neal ha trovato un periodo di quiete in una microscopica località del Nevada, Austin (meno di 200 abitanti), dove ha messo su casa con Karen, intenzionato a sposarla a breve, a terminare la sua tesi su Tobias Smollett che considera il fuoriclasse della letteratura inglese e soprattutto a tenersi lontano da avventure troppo pericolose.
Tuttavia un mattino si presenta a casa sua Joe Graham, il  padre adottivo, ma in particolare il capo gerarchico nella piramidale organizzazione.  Alla sua richiesta di un nuovo lavoro non può sottrarsi, anche perché si tratta di uno di quelli (in apparenza) facili facili. Il giovanotto deve ospitare a casa sua la giovane amante di un noto conduttore televisivo di talk show per famiglie, Jack Landis. La ragazza, Polly Paget, si è stufata di lui e lo ha denunciato per stupro. Ora deve affrontare il tribunale e prima deve darsi una ripulita nei modi, nel parlare, nel vestire ecc. Chi la sostiene è il socio di minoranza nell’impresa immobiliare che Landis ha creato con i suoi guadagni nel Family Cable Network.
Polly Paget era uno stereotipo parlante e ambulante, soprattutto parlante. La sua chioma ramata era imponente, pettinata, cotonata e laccata in modo da formare una specie di aureola rossa che pareva un tramonto su una raffineria di petrolio.
Neal e Karen accettano l’incarico, la ospitano per qualche tempo e le insegnano a parlar forbito. Non sanno però che la bambolona ha alle calcagna almeno tre entità: i detective incaricati da Candy, la moglie tradita di Landis; gli inviati di una rivista porno che, vista la popolarità mediatica che ha acquisito, vogliono convincerla a posare  nuda per il paginone centrale del prossimo numero; ovviamente la mafia italoamericana che in questi casi c’entra sempre.
Come si dice, alle mani inoperose trova lavoro il diavolo.
Occorre dire che nella serie di Neal Carey questo è il romanzo meno cruento ed è pure il più divertente per via di personaggi strampalati che Winslow ha creato per l’occasione. Walter Withers, detective alcolizzato che si addormenta ubriaco nei momenti per lui meno opportuni. Il barista Brogan con il suo cane Breznev, enorme e di razza indefinta. Gloria, prostituta attempata e chiacchierona. Joey “Fagiolino” Foglio, mafioso di mezza tacca. Overtime, di nome e di fatto, killer prossimo alla quiescenza e i cui tempi non coincidono mai con gli incarichi assunti.
Overtime era fuori di sé dalla rabbia. Verso sé stesso, verso il cane, verso tutto. Era venuto per eseguire un lavoro semplice e pulito. Invece aveva voluto fare troppo il furbo.
Mai sottovalutare la solidarietà femminile. Presto tra la femmina tradita (Candy) e la traditrice (Polly) si instaura una forte amicizia su base anti-Jack. A dir la verità, che le unisce ci sono i soldi che gli vogliono spillare. Alla fine la missione di Neal Carey va in porto con un esito che non è stato propriamente quello ipotizzato.
Dal vangelo secondo Joe Graham, libro uno, capitolo quattro, primo versetto: “Non guardare troppo quello che c’è, fino al punto da dimenticare quello che non c’è”.
E in questo assunto mi pare sia condensato il succo della storia. Come sempre per i romanzi di Don Winslow mi sono appassionato al punto da passarci un paio di nottate.

Le mie varie letture di Winslow:
Nevada Connection
L’ora dei gentiluomini
China Girl
Il cartello
Missing – New York
Morte e vita di Bobby Z
I re del mondo
Le belve
Il potere del cane
Satori
L’inverno di Frankie Machine
La pattuglia dell’alba 

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