L’amico Augusto, giornalista del Sole 24 Ore, ayassino d’adozione (nel senso di Val d’Ayas…..), mi aveva periodicamente informato dell’evoluzione di questo libro (lo sto scrivendo, conterrà passaggi importanti, l’ho finito, è in tipografia, viene distribuito da oggi) tanto che l’ho ordinato subito alla solita libreria e in una notte di insonnia l’ho letto tutto. E mi sono divertito.
Non è che mi abbia appassionato molto la sua trama, ma volevo vedere dove l’autore andava a parare. E’ un libro da leggere in filigrana – o controluce, se volete – cercando di individuare quali sono i politici reali che si celano dietro i nomi fittizi della storia o che li hanno ispirati. A me il giochino non è riuscito molto, alcuni personaggi li ho intuiti, per gli altri dovrò ricorrere all’aiuto dell’autore che so già che si trincererà dietro una risata e un ‘no comment’.
La storia sta tutta nel campo del centrodestra e della destra estrema torinese, che Augusto Grandi conosce bene, e si svolge nell’arco di alcune stagioni, dalla primavera all’autunno. Racconta della rapida ascesa e dell’altrettanto repentina rovina di tal Dario Lo Gatto, esponente politico di secondo piano di Alé Europa, poi confluito nel Pdo (Partito degli Onesti……). Dario è rozzo e ignorante, ma si crede un grande burattinaio della politica, dell’economia e della cultura. I personaggi che gravitano attorno a lui non sono migliori. Sono scorretti, dediti a sesso e intrallazzi, interessati alla carriera propria e dei propri amici (ma anche pronti a tradirli). Insomma il quadro che viene fuori del Pdo, del Circolo Bravi Amministratori (!), del Centro Studi Imprenditori e Futuro (!) ma anche dei Rotary e della massoneria non è proprio dei più confortanti……
Augusto Grandi asserisce che è tutta pura fantasia ma tra le righe dice anche che i politici, giornalisti, poliziotti, imprenditori, editori di tv e giornali locali descritti non sono poi così dissimilii dalla realtà, soprattutto nel linguaggio volgare e sgrammaticato usato e “nell’assoluto fastidio per ogni forma di cultura che non sia legata a pacchetti di voti”.
E’ reale invece la mappa dei locali e dei ristoranti, da Torino, alle Langhe, alla bellissima Val d’Ayas, in cui la vicenda si snoda. “Autentici, testati e consigliati” dice il buon Augusto. Almeno tra i ristoratori qualche amico se lo farà. Tra i politici non credo.
P.S. Se c’è una cosa in cui pecca questo libro è la correzione bozze. Una più attenta preventiva lettura avrebbe evitato un’infinità di fastidiosi errori di stampa. Tiratina d’orecchi all’editore!
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