Ad ogni luglio si riannoda il Filo del Circo

Dal 2001 l’estate nel torinese è sinonimo di circo. E’ la diciassettesima edizione del festival internazionale Sul Filo del Circo quella che si apre venerdì al Teatro Le Serre di Grugliasco. Ho assistito a spettacoli di molte, se non proprio tutte, le edizioni del festival ideato e diretto da Paolo Stratta. Ne ho scritto (e metto i link qui sotto), qualche volta sono stato anche chiamato in giuria quando c’era un concorso. Ma non per questo mi considero un esperto e neppure un intenditore. Il circo contemporaneo è variegato, non è semplice esibizione di muscoli e capacità acrobatiche, spesso si fonde con il teatro, ha una sua drammaturgia e per questo è capace di raccontare storie. La sensazione è che questa sia un’edizione straordinaria: tutte le sere dal 6 al 28 luglio, escluse le domeniche, sotto lo chapiteau Vertigo e nel Teatro Le Serre si accende la magia del circo, c’è qualcosa da scoprire e per cui sicuramente entusiasmarsi.
A cominciare dallo spettacolo inaugurale – venerdì 6 e sabato 7 – con la compagnia Halka, Groupe Acrobatique de Tanger, più che una compagnia è una famiglia essendo composta da 14 artisti di cui 12 attori e due musicisti, tutti rigorosamente consaguinei. Da sette generazioni la famiglia marocchina Hammich è sinonimo di arte acrobatica. Nata da una tradizione guerriera, combina piramidi umane, ruote e salti, con musica, canti, poesie e lamenti che si rifanno a una tradizione molto antica. Questo spettacolo – prima nazionale – è il miglior modo per sottolineare l’universalità del circo.
Si prosegue con la ricerca e la creatività di Caterina Mochi Sismondi con Bird / Osservatorio, prima parte della “Trilogia del Limite“, con la compagnia blucinQue (9 luglio), mentre la clowneria si fonde con la musica nello spettacolo Clown in libertà del gruppo Teatro in Movimento (10 e 11 luglio) che si presenta come un concerto continuamente interrotto dalle divagazioni comiche dei musicisti o viceversa un’attività circense ‘disturbata’ dalla musica.
Segnalo ancora (sugli spettacoli restanti tornerò a scrivere) la doppia serata di giovedì 12 luglio, quando si esibirà la Compañía dospuntos in Degradé, una performance circense in cui i due artisti Andrea Paola Martínez e Camilo Jimenéz, attraverso una progressione di vestiti, faranno un viaggio poetico nella loro terra natia: la Colombia. A seguire, sempre a conferma della multietnicità del circo, il Woven Collective Circus, composto dai musicisti e acrobati irlandesi Ruairí Mooney O’Cumiscáigh, Shane Gilliland e Michelle Sharon Thoburn, metterà in scena Resonances, un manifesto sociale e politico che “risuonerà” e farà vibrare le corde del cuore e della mente. Questi due spettacoli sono coprodotti dalla Fondazione Cirko Vertigo di cui è fondatore Paolo Stratta mentre Paolo Verri ne è il presidente.
Per approfondire: http://www.sulfilodelcirco.com/

Le mie noterelle sui festival degli anni scorsi:
Una sera con i fantastici artisti del Cirque Farouche Zanzibar (2015)
Perdere la rotta a Grugliasco con il Circo Zoé (2015)
Ho visto “Non mi piace più la gente” al Cirko Vertigo (2015)
Checkpoint Circus premia Rio Ballerani e Elisa Mutto (2015)
Ho visto “Mardigrà” del Cirko Vertigo (2016)
Ho visto “Odissea – Another Journey” di Cirko Vertigo e Accademia dei Folli (2017)

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