Ho letto “Rosy&John” di Pierre Lemaitre

Appena lui entra, non vola più una mosca. Fa sempre quell’effetto: la sua statura teatralmente bassa, la calvizie luccicante, ma soprattutto lo sguardo, affilato come una lama. Teatrale, appunto: nelle circostanze importanti, è un uomo che tende a tacere.
Romanzo breve o racconto lungo, Lemaitre non si fece pregare quando il suo editore gli chiese di integrare la sua trilogia sul commissario Camille Verhoeven con una ulteriore puntata. Aveva qualche idea in testa e stava già scrivendo il bellissimo Ci rivediamo lassù, storia imbullonata sulle macerie della prima guerra mondiale. Da lì trasse lo spunto per raccontare di un bombarolo che dissemina nella Parigi di oggi reperti bellici del ’15-18 pronti a esplodere. Che cosa vuole il misterioso attentatore se alla prima esplosione non ha fatto vittime ma solo danni e qualche ferito? Tra lui e Camille si gioca una stringente partita. L’uomo viene presto individuato e si lascia catturare, onde predisporre un ricatto: la libertà per sé e per la mamma detenuta per omicidio, documenti con nuove identità, tanti soldi e un volo per l’estero.
Il complesso in cui abitano da qualche anno Rosie e Jean Garnier è un insieme di edifici anonimi. Povero negli anni Settanta, definito ‘modesto’ nel decennio successivo, aspira oggi allo status di ‘residenziale’.
Bisogna però decidere in fretta perché il ragazzo, di nome John, comunica di aver piazzato altre sei bombe, e che le farà esplodere tutte al ritmo di una al giorno. La prossima sarà in un asilo ma non dice quale. Scuole materne di tutta la Francia, con complessivi due milioni di bambini, vengono messe in agitazione. Bisogna fare in fretta ovviamente ma prima di tutto occorre capire la psiche di John e della madre Rosie.
Il padre l’ha chiamata così nel 1964, l’anno in cui Gilbert Bécaud, il suo idolo, cantava Rosy and John.
La donna è in galera per aver ucciso la fidanzata del figlio a cui è morbosamente attaccata.
Rimane poi ancora un dubbio. Le granate, raccolte dal ragazzo nei campi della Grande guerra, sono ancora in condizioni di esplodere? Le ricerche ad opera degli uomini di Camille, il fido braccio destro Louis in testa, si concentrano verso i lavori stradali, ristrutturazioni di stabili pubblici, scavi per la posa di fibre ottiche. E’ come cercare un ago nel pagliaio: Louis dispensa subito informazioni, è attorniato da un nugolo di uomini. Nel suo bel completo Armani, ha un’aria da baronetto, ma tremendamente efficace.
Anche Rosy & John è un noir incalzante, ha lo stile inconfondibile di Lemaitre ma sconta forse il fatto di essere stato commissionato quando l’autore aveva già esaurito la vena creativa che lo aveva portato a pubblicare Irène, Alex e Camille.

La trilogia del commissario Verhoeven
Irène (Travail soigné), Editions du Masque, 2006; Mondadori, 2015
Alex (Alex), Albin Michel, 2011; Mondadori, 2012
Camille (Sacrifices), Albin Michel, 2012; Mondadori, 2015

altro:
Ci rivediamo lassù (Au revoir là-haut), Albin Michel, 2013; Mondadori, 2014

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