La mia compilation anti-Sanremo

E’ la musica di cui mi circondo e che ascolto in questi giorni. In casa o in auto con un cd sempre in funzione o fuori collegandomi a Spotify. L’importante è selezionare, cercando di restare lontano dalla musica mainstream, ogni tanto inserire delle nuove scoperte ma sempre tenendo fermi alcuni capisaldi irrinunciabili. Interesserà a pochi, ma in queste settimane ascolto questa musica. Non ho guardato un solo minuto di Sanremo. Però ne sono stato bombardato dai giornali, dai social e dai telegiornali. Mi sono rifugiato qui.
Antiquarks è una scoperta recente, grazie a Marta che ha avuto l’intuizione di portarli a collaborare con Folkestra&Folkoro. Musica interterrestre, due musicisti eclettici. Richard Monsegu è un percussionista eccezionale, Sébastien Tron fa con la ghironda cose inimmaginabili. Brani strumentali, altri cantati e si sono anche inventati una loro lingua. Anzi, più lingue. Lune Bleue è l’ultimo album, dove colgo ciliegine che mi frullano nella testa da settimane come Dresse-toi (ne ho scaricato un frammento e lo tengo come sveglia sullo smartphone) e Petite lady. Da album precedenti recupero Cosmographes, Le Moulassa, Pacha Mama. Musiche del mondo e dal mondo. La collaborazione con l’orchestra/coro piemontese sarà sorprendente. Intanto li ascolto e riascolto.
Non posso prescindere dall’ascoltare a ripetizione Mysoginia dei Syndone. Per la musica che contiene, per il concetto che sottende. E’ il settimo album e supera in potenza il già eccezionale Eros&Thanatos. Il messaggio che porta è universale, la lotta contro il femminicidio. Difficile da rendere musicalmente, ma Nico Nik Comoglio è un genio della scrittura. In altri secoli avrebbe dato del filo da torcere ai grandi compositori di lingua tedesca. Nel trasformare l’album in un live è nata l’idea di farlo diventare uno spettacolo multimediale e ancora una volta Nik ha visto giusto. Poche centinaia di persone il 25 novembre scorso sono uscite entusiaste dal Piccolo Regio di Torino. Da Milano, Teatro Guanella, il 7 marzo Mysoginia inizierà un viaggio in tutta Italia e all’estero. Grande musica e messaggio sociale.
La fisarmonica è il mio strumento d’elezione. La metterei anche nel caffè o sugli spaghetti. Tra i miei fisarmonicisti preferiti c’è Marc Berthoumieux. Un virtuoso con cromosomi musicali jazz. Lo conosco da tempo e possiedo tutti i suoi cd. L’ultimo è questo e dalla gioiosa foto di copertina si comprende cosa contiene. Le bal des mondes è un compendio di ritmi dei cinque continenti. Il suo ascolto mi dà una serenità elettrizzante. Non so se rendo l’idea. Il brano che dà il titolo all’album è un atto d’amore verso la fisarmonica. Ascoltare per credere. Ne parlo in maniera approfondita in questo post che mi ha procurato i gratificanti ringraziamenti dell’artista francese. Ancora una volta Vive la France!
Qualche settimana fa alla Maison Musique di Rivoli (so che non si chiama più così ma per me resterà sempre quello splendido luogo gestito da Franco Lucà) ho assistito ad una serata in cui Gianni Coscia parlava della sua amicizia con Umberto Eco, amici e compagni di scuola ad Alessandria. E’ stato un evento simpatico ricco di ricordi e aneddoti sul grande intellettuale. C’era anche il naturale coéquipier dell’ottantottenne fisarmonicista (in gran forma), cioè Gianluigi Trovesi, baldanzoso clarinettista 75enne. Tanti dischi e infiniti concerti fatti insieme di cui hanno dato un saggio quella sera. Sono tornato a casa con due stimoli: riascoltare In cerca di cibo che contiene i brani del Pinocchio di Fiorenzo Carpi nel film di Comencini. L’album è impreziosito proprio da un testo scritto da Eco. Spettacolare In groppa al tonno. Indimenticabile la versione di Il postino. L’altro stimolo, e lo farò presto, è leggere La misteriosa fiamma della regina Loana di Umberto Eco, di cui Coscia ha parlato.
Mi tocca dire qualcosa di Emilia d’Hercole del Collettivo Decanter. Un fiore sbocciato e non ancora colto da molti. Sono parte in causa, ne ho seguito tutta la gestazione, fin da quella settimana all’Elba nel settembre del 2017. Laddove la creatività musicale si incontra con la storia e le tradizioni. E’ tempo che Emilia, Mago Chiò, Malopescio e le altre storie contenute nell’album mettano le ali e si alzino. Vola più in alto proprio come uno degli splendidi brani contenuti, altro che Sanremo e Sanremo. Io non solo lo ascolto, ci convivo. Qualcosa ho scritto in questo post, dove mi premeva metterne in evidenza il ‘dietro le quinte’.
E’ una voce che definirei funambolica quella di Luisa Cottifogli. L’ho sentita la prima volta a Torino in piazza Castello con Banditaliana nel concerto Bella Ciao. Non l’avevo collegata a Quintorigo di cui da qualche parte devo avere un cd. Quella sera mi aveva sorpreso con il suo yodel. Poi è venuta la collaborazione con i Decanter a cui ha regalato la sua preziosa voce in Vola più in alto. Allora sono andato a cercare questo album. Contiene l’inverno, la neve, la montagna. Mi emoziona e suscita ricordi alpini la sua versione di Monte Canino, una voce accorata con il sottofondo del coro CeT (Canto e Tradizione). Aggiungo la mia voce alla sua. La cantavo nelle giovanili gite in montagna. Poi c’è anche Valcamonica e lì Luisa tocca un altro tasto per me sensibile. Noi suonerem l’armonica e balleremo un po’. Non ho detto dello Yodel iniziale arricchito da voci maschili. C’è poesia autentica in Ninnananna della neve e Il Giardiniere (quand’anche non ci sarò più / cadrò nei fiocchi di gennaio / ricamerò la galaverna / nei giorni della merla). Ma poi non servono le parole in brani come Permafrost, Coil e Buonanotte Eolo. Basta un giro di note e con la voce fa tutto, anche le percussioni. Emoziona Luisa Cottifogli. Ascoltate questo cd. Prima che finisca l’inverno.
In una compilation anti-Sanremo non poteva mancare Gianmaria Testa. Quanto ci manca! In questi giorni ascolto e riascolto Lampo, per me il suo album più bello. Struggente. Da La tua voce (portami via da qui, se sei sicura così, della tua voce) a Polvere di gesso (perché non è il tempo che mi manca, e nemmeno l’età). Testi, uno più bello dell’altro. E che coorte di musicisti ad accompagnarlo! Non ti aspetto più (neanche se quando ritorni ritornasse un’altra estate) e poi Lucia di notte, bel nome e bella canzone. Ah Lucia, che nostalgia! Biancaluna poi è diventato un manifesto. Ricordo ancora lo spettacolo al Teatro Carignano nel 2002 (?) con Gianmaria c’erano la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enrico Rava. Irripetibile, indimenticabile. Ne avevano anche ricavato un dvd.
Per tirarmi su il morale c’è sempre Argento di Banditaliana, eterogeneo gruppo di grandi musicisti. Come è molto varia la musica che contiene, strumentale e cantata. Il cd gira da mesi tra il lettore in auto e quello di casa. Si va dalla musica di tradizione appenninica alla tarantella ciociara, da brani etnofunk a canzoni meditative (Il bianco). E altri che danno libero sfogo all’organetto del maestro Riccardo Tesi (sublime Donna Tita). Ecco che ritorna la mia passione per gli strumenti ‘a vento’, come li definiscono i francesi. Ne ho scritto abbondantemente qui. Ma è anche vero che passa il tempo e con l’ascolto e il riascolto si scriverebbero cose diverse. Perché non è la musica che cambia, siamo noi a mutare. Dentro. Qui c’è l’omaggio a Testa con Polvere di gesso e Miniera, dalla bellisssima voce di Maurizio Geri. E che dire dei musicisti ospiti? Paolo Fresu, Mauro Pagani, Ginevra di Marco, Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Luisa Cottifogli, Jean Marie Carlotti, Kepa Junkera sono solo alcuni che si aggiugono alla band formata anche da Claudio Carboni e Gigi Biolcati. Altro che Sanremo!

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Francia, Montagna, Musica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*