Ho letto “Hap & Leonard – Sangue e limonata” di Joe R. Lansdale

A volte, però, non avere un fico secco da combinare è la cosa più bella che ci sia al mondo.
Da tempo ci si interrogava su come fosse nata l’amicizia tra Hap Collins e Leonard Pine. Ad un certo punto ce li siamo ritrovati con una incredibile serie di indagini e avventure, ma non abbiamo mai saputo come si sono conosciuti e come sono diventati un sodalizio inscindibile. Ecco, la risposta è arrivata con questo volumetto pubblicato quest’anno, ma che nei Paesi anglosassoni avevano conosciuto fin dal 2016 con l’ovvio titolo di Blood and Lemonade. In esso Lansdale ha raccolto una serie di quattordici short stories che raccontano la giovinezza dei due scapestrati detective. In verità più di Hap, che comunque è sempre l’io narrante di questa serie di romanzi dello scrittore texano, che di Leo. 
Nella postfazione è lo stesso Joe R. Lansdale che ci invita a goderci il viaggio nell’infanzia e nell’adolescenza dei due e ci confessa che nel primo romanzo (Una stagione selvaggia, 1990) ancora non sapeva che cosa sarebbe stato di loro. Da allora tutte le avventure si sono susseguite divertenti e imprevedibili. La reciproca ammirazione, che poi diventerà autentica amicizia, scatta una sera in cui l’adolescente Hap, assai diverso dai bianchi ottusi e razzisti che popolano quella porzione dell’East Texas, era con un amico di nome Roger. Si erano avvicinati a un falò di gomme alla luce del quale alcuni ragazzi si stavano pestando. Per soldi. In quel momento un certo Charlie, compagno di scuola di Collins, si stava battendo con un ragazzo nero, l’unico nero di tutto il gruppo. Un combattimento da cui il nero era uscito vincitore si stava però trasformando in un pestaggio razzista con l’intervento degli altri presenti. Hap era intervenuto battendosi a turno con gli altri. Le parti si erano invertite ed era Leo a raccogliere le scommesse. Morale, i due diventano amici e Hap si è fatto dei nemici tra i compagni di scuola. Il racconto è Un falò di gomme ed è il secondo nel libro.
In realtà è il terzo racconto, Non sei uno di noi, in cui si consolida l’amicizia. Riparte da dove era terminato il precedente. A quattro amichetti bianchi non va proprio giù che Hap frequenti un nero, anzi un negro come lo chiamano loro. In particolare è un tale soprannominato il Dinosauro, duro come un blocco di marmo, che lo prende di mira: abbiamo saputo che quel tizio è una checca patentata e se ne vanta pure. Una checca negra? Hap viene seguito in auto dai quattro, ma non succede nulla, soltanto l’esibizione di qualche dito medio. A scuola però è continuamente minacciato e quando finalmente lo incontrano per strada con Leonard, i due vengono circondati. L’incontro si fa esilarante quando due anziani, un bianco e un nero, lo zio di Leo, escono da un locale adiacente armati di manici d’ascia. Uno dei giovani si prende una bastonata e poi tutti battono in ritirata.
Negli altri racconti vengono approfonditi anche i caratteri dei due giovanotti, cose che già sappiamo fin dal primo romanzo: Leonard è nero, gay, conservatore; Hap è bianco, etero e repubblicano. Paradossalmente a Leo piace il gelato alla vaniglia, a Hap al cioccolato. Entrambi vanno matti per gli hamburger. La loro amicizia è anche sana competizione nella vita.
– Non ti sei mai chiesto chi di noi due sia il migliore?
– No.
– Bugiardo.
– Sarò onesto, – dissi. – Non voglio scoprirlo.
– Questo lo posso capire, – disse Leonard. – Se dovesse succedere, le conseguenze sul nostro rapporto potrebbero non piacerci.
– E questo lo capisco ancora meglio.
Tutti questi racconti contengono ricordi di Hap rievocati durante incontri con l’amico. Dimostrano che il ragazzo non sempre è stato un protettore degli oppressi, anzi alle elementari era stato anche codardo. È nel racconto Il bambino che diventò invisibile, una storia drammatica. Hap si era allontanato da un amichetto per uniformarsi ai comportamenti vessatori dei compagni. Jesse, bambino povero e oggetto di mobbing, alla fine si ribella e compie una strage sulla falsariga di quanto succede molto spesso nelle scuole americane. Risparmia solo l’ex amico Hap. 
Ogni racconto è una vicenda a sé che potrebbe essere ulteriormente sviluppata fino a diventare un singolo romanzo. Lansdale ha scelto invece di raccontarcele così, ma lette di seguito formano esse stesse un unico romanzo. Lo scrittore dice che si tratta di un romanzo a mosaico. Amo molto le storie che sono qui raccolte. Non sono tutte eroiche o avventurose, ma colmano un’ampia serie di carenze e di punti oscuri e forniscono informazioni che non troverete mai negli altri miei libri.

Il ciclo di Hap&Leo (parziale e non in ordine):
Il sorriso di Jackrabbit (Jackrabbit Smile)  (Einaudi, 2018) 
Bastardi in salsa rossa 
 (Rusty Puppy, 2017) (Einaudi, 2017

Honky Tonk Samurai
 
(Honky Tonk Samurai, 2015) (Einaudi, 2015) 

Una stagione selvaggia
 (Savage Season, 1990) (Einaudi, 2006)
Mucho Mojo
 (Mucho Mojo, 1994) (Bompiani, 1996 – Einaudi, 2006)
Il mambo degli orsi
 
(Two-Bear Mambo, 1995) (Einaudi, 2001)
Bad Chili
 (Bad Chili, 1997), (Einaudi, 2003)
Rumble Tumble
 (Rumble Tumble, 1998), (Einaudi, 2004) 

Capitani oltraggiosi
 
(Captains Outrageous, 2001) (Einaudi, 2005)
Sotto un cielo cremisi
 (Vanilla Ride, 2009) (Fanucci, 2009)
Devil Red
 
(Devil Red, 2011) (Fanucci, 2010)

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