Tra Torino e Lione la nuova musica interterrestre

Per la prima volta tre anni fa scrivevo, in occasione di un loro concerto a Bricherasio, che di Folkestra fanno parte giovani e talentuosi musicisti affiancati da alcuni esperti professionisti. Ma la nascita del gruppo risale addirittura al 2009, seguita di poco dalla fondazione di Folkoro (2012). Due percorsi distinti, destinati a fondersi in un unico gruppo assai solido che sfiora le quaranta unità. Gente che va, gente che viene, il gruppo assorbe nuovi musicisti, altri abbandonano, i direttori artistici si avvicendano. Ma il nucleo storico rimane e anno dopo anno si susseguono i progetti, dalla ricerca nella musica di matrice tradizionale fino alle sperimentazioni più azzardate, accettando altresì la sfida delle contaminazioni, consapevoli che la musica abbatte anche i muri più solidi. Soprattutto quei musicisti sono ulteriormente cresciuti. Oggi Folkestra&Folkoro è una orchestra solida e affiatata, aperta a nuove collaborazioni, fondamentale quella con Gigi Biolcati (2017) il cui album ‘one-man-orchestra’ Da spunda era stato arrangiato per tutto il gruppo. Questo lavoro ha dato origine a una serie di apprezzati concerti che si sono protratti l’anno successivo.
Così è maturata l’idea folle di chiamare a collaborare il duo francese Antiquarks. Richard Monsegu e Sébastien Tron hanno accettato la sfida e il gruppo si è messo al lavoro. Poteva sembrare un azzardo. Avevo ascoltato la loro musica interterrestre, come amano definirla questi due straordinari musicisti, e mi pareva qualcosa di assai lontano dall’idea di orchestra. Brani strumentali, altri cantati persino in una loro metalingua che poteva mettere in difficoltà le signore del Folkoro. Dopo un inverno e una primavera di lavoro il risultato è stato sorprendente.
Il concerto si è tenuto alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino e si è articolato in una decina di pezzi arrangiati per orchestra e coro da Filippo Ansaldi e Marta Caldara, i quali erano andati a Lione in autunno a scegliere i brani su cui lavorare.
Rokya Couba (dall’album ) ha introdotto subito il pubblico nel fantastico mondo (inteso come di grande fantasia) degli Antiquarks. Ho ritrovato alcune hit del duo, come Cosmographes (dall’album omonimo), la spumeggiante Shake It (ancora da ), Le Moulassa che ha concluso il concerto, la mia preferita Petite Lady, sicuramente la più cantabile tra i brani scelti. Ma quello da cui è emerso tutto il valore dell’orchestra, chiamata nell’esecuzione ad aggiungere e poi a sottrarre strumenti, è stato forse Premier Souffle, proprio per la sua inclassificabilità tra i generi musicali. Infine di divertimento puro, per il pubblico e per i musicisti riapparsi dopo un attimo di buio con maschere animalesche, è stata l’esecuzione di Pigs Bridge. E il titolo evoca già tutto.
Sono due musicisti eclettici. Richard Monsegu una voce che può fare di tutto, Sébastien Tron il mammasantissisma della ghironda elettroacustica, l’uno aperto alle sollecitazioni musicali di tutto il mondo, l’altro geloso custode delle tradizioni transalpine ma su queste sperimentatore e innovatore.
L’auspicio è che la collaborazione con Folkestra&Folkoro continui e si arrivi presto a qualche altra esibizione. Lo schema ormai è collaudato. Il concerto di domenica è stato preceduto da una breve esibizione di Folkoro a cappella (direttrice Marta Dziubinska) e di Folkestra Young, il vivaio del gruppo che fa crescere i giovani under 16 che rappresentano, come li ha definiti il giovane chitarrista Stefano, quella parte di Folkestra che non ha ancora la patente.
Le audizioni per far parte di entrambi i gruppi sono sempre aperte, chiunque sappia suonare uno strumento ha la possibilità di crescere con la musica d’insieme.Folkestra&Folkoro (nella formazione che si è esibita il 5 maggio)
Direttori artistici: Filippo Ansaldi, Marta Caldara
Flauti: Giulio Manzone, Annette Seime
Sassofoni: Filippo Ansaldi, Luca Girardon, Maurizia Girodo, Silvio Nittardi
Clarinetto: Arianna Dal Forno
Fagotto: Giovanni Garino
Corno: Ugo Merlone
Violini: Marco Bricco, Noam Paiola, Elena Urru
Ghironda: Beatrice Orusa
Organetti diatonici: Aurora Cosmelli, Sophie Fosson, Guido Rosa, Orazio Spagnolo
Tastiere: Marta Caldara
Chitarre: Giacomo Brondino, Federico Gregori
Bassi elettrici: Giampiero Fico, Gianni Gastaldi
Batteria: Matteo Cosentino
Soprani: Reana Crivellari, Sara Pascal, Zuzanna Koziej
Mezzosoprani: Giulia Firpo, Silvia Friedemann, Bettina Konig
Contralti: Carola Caruso, Giulia Dipasquale, Silvia Panzera.

Folkestra Young 
Pianoforte: Arianna Bonfanti , Alessandro Caldara
Flauti traversi: Antea Bongiovanni, Benedetta Caldara
Organetto: Marisol Volget
Chitarra, Basso: Stefano Bongiovanni
Percussioni: Mosé Barale

(foto per gentile concessione di Sonia Crétier)

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Musica, Torino. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*