Block, le sfide urbane sotto la lente di circo e danza

Ormai vado a una serata a Grugliasco per il Festival Sul Filo del Circo (per ogni edizione almeno un paio di volte) senza sapere cosa vado a vedere. Non mi documento, non chiedo, non mi informo. Come si suol dire, prendo a scatola chiusa. Tanto so che vedrò qualcosa di insolito. Mi piace essere sorpreso, è un po’ come tornare bambino e lasciarsi condurre dallo stupore. Così è stato ieri sera. Se leggete queste righe non perdetelo, lo spettacolo c’è ancora stasera in doppia replica, 19.30 e 22.15. Si intitola Block e si situa al confine tra la danza e l’acrobatica, tra il circo e la coreografia. L’acrobazia è una delle discipline basilari del circo e anche una delle più antiche. Con il corpo si fa tutto, con due corpi ancora di più.
Lo spettacolo è frutto della collaborazione tra la compagnia di danza Motionhouse e la comunità circense NoFit State, tutti inglesi, ed è stato concepito per rappresentazioni outdoor, ma come abbiamo visto ieri sera, è perfetto anche sotto il tendone di un circo.
Una ventina di enormi parallelepipedi grigi – non li ho contati, ma chi lo ha fatto dice siano esattamente 24 – simula delle scenografie urbane. Niente di più facile perché paiono proprio grossi blocchi di cemento. I sette artisti del gruppo, cinque ragazzi e due ragazze, li spostano con facilità e li dispongono a formare strutture sempre diverse, come una infinita varietà di panorami urbani. Il ritmo è forsennato, ma tutto è perfettamente calcolato, non ci sono tentennamenti, ogni blocco si appoggia sugli altri e su queste strutture i ragazzi compiono le loro evoluzioni, a corpo libero, in coppia, come piramide umana.
Ogni spettatore ci può vedere cosa vuole, dall’edificazione della Torre di Babele alle tante combinazioni delle città invisibili di Italo Calvino. Più banalmente mi è sembrato di vedere tre tipi di metropoli, orizzontale, sotterranea, verticale e in ognuna di queste la lotta dell’individuo per la sopravvivenza. O tra bande, come in Gangs of New York di Scorsese.
Rimane di fondo il concetto del cambiamento delle città, la mutevolezza delle skyline misurata in secoli o soltanto in decenni. L’uomo fa, poi distrugge e cambia, con le sfide e le contraddizioni di oggi, si muove freneticamente come in un continuo parkour.
Spettacolo breve, non raggiunge i tre quarti d’ora, ma per gli interpreti è così aerobico che di più non si potrebbe. Per il pubblico è adrenalina al massimo livello. Al termine avevo il cuore in gola, ma la sensazione di aver assistito a qualcosa di speciale. Per questi ragazzi è la prima esibizione in Italia, poi riprenderanno la loro tournée mondiale. Grazie Cirko Vertigo per questa scoperta.

Creato e diretto da Kevin Finnan
I performers di Block sono Bryn Aled, Andrew Davies, Rosie Macari, Joel Pradas Reguill, Giorgia Setaro, Lee Tinnion, Laksmi Arco Valnei

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