Ho letto “La città dove le donne dicono di no” di Alessandro Banda

Mi trovavo a Merano per una breve vacanza e come sempre quando sono fuori sede cerco qualcosa da leggere che sia ambientato nel luogo in cui mi trovo. Dopo una breve ricerca mi sono imbattuto in Alessandro Banda, uno scrittore che non conoscevo ma che aveva già pubblicato diversi libri, soprattutto con Guanda, un editore che per me è garanzia di serietà. Il libro in questione è La città dove le donne dicono di no e il titolo è decisamente fuorviante. In realtà di donne si parla pochissimo. Si tratta invece di un divertissement dell’autore attorno alla città in cui vive, Merano appunto. Solo che Banda si nasconde dietro un giochino, prende le distanze, la rinomina Meridiano e così i suoi concittadini diventano meridianesi. Certo mi aspettavo un libro diverso, ma confesso che essendo sul posto me lo sono proprio goduto, eccessi verbosi compresi. La presentazione al volumetto ne racchiude già tutta l’essenza: una città dove le persone che si incontrano per strada non si salutano, ma emettono grugniti (è vero l’ho sperimentato anch’io e ho grugnito ai vicini del residence dove stavo…), dove tutti, prima o poi, compaiono sui quotidiani locali senza aver fatto nulla di importante, dove si fanno due Capodanni, uno per i tedeschi, uno per gli italiani. Una città dove le donne non si concedono (su questo aspetto non ho verificato…).
Insomma, Alessandro Banda dice che Meridiano non esiste e che personaggi, fatti, avvenimenti, luoghi raccontati sono puramente immaginari. Difficile credergli, a iniziare dai luoghi, tutti ben circostanziati e quindi riconoscibili (una conca fortunata che unisce la selvaggia bellezza dell’alta montagna con la mitezza del clima mediterraneo…).
Capitoletto dopo capitoletto l’autore dissacra cittadini e città, la sua storia, i miti, le abitudini. Quella del grugnito, ad esempio, che assolve a tutte le funzioni altrimenti svolte dal saluto, è veramente bella e altrettanto vera. Lui va oltre, distingue diversi tipi di grugniti: semplice di riconoscimento (reciproco), a due note, zero, assente, prolungato-modulato e poi il barrito che è la forma più sublime di saluto, quella che si scambia solo tra amici fraterni. 
Un ameno capitolo è dedicato alla toponomastica, già di per sé complicata in una regione bilingue, ma duramente messa alla prova dalla guerra degli apocopi. In un altro racconta l’esistenza di tre quotidiani tra loro contrapposti, Meridiano Sera, Meridiano Notte, Meridiano Alpi Orientali. Ora, bisognerebbe conoscere Merano più a fondo per decriptare tutto ciò che l’autore nasconde dietro nomi fasulli di strade, cose, persone e sotto metafore di ogni tipo. Banda non risparmia nulla, dalle chiese alla locale squadra di calcio. Se la prende con le abitudini dei cani meridianesi (tutto il mondo è paese) di defecare sui marciapiedi: hanno una terribile inventiva nel liberare i loro escrementi componendo sia geroglifici che frattali, piramidi egizie, dodecaedri.
Cita i famosi caffè, un’istituzione per Meridiano e la fauna che li frequenta, i pensatori, la casta degli assorti, pallidi e pallidissimi che odiano l’aria e la luce del giorno. Il meridianese odia i turisti che vestono in modo infame, che indossano i calzini bicolore sotto i sandali aperti, che esibiscono pance debordanti e dilatate. E molti giovani si lagnano che nella loro città non c’è mai niente, non succede mai niente. Ecco che in molte descrizioni Alessandro Banda parla in realtà dell’Italia e delle sue debolezze, della malmostosità della sua gente, dei mai contenti o, per dirla come uno che ci governa, dei nemici della contentezza. Ad esempio, una descrizione come questa miei cari concittadini torinesi chi vi ricorda?:  Pensava e pensava, l’intrepida assessora. Giorno dopo giorno. Notte dopo notte. Era emaciata per lo sforzo, e ancora più rigida del solito, aveva l’aspetto di un’assessora che avesse inghiottito una scopa intera, completa di manico. Dai su, è facile!
A completare un libro che un po’ diverte (da risate grasse è la parte dedicata all’introduzione della raccolta differenziata a Meridiano) e in parte diventa difficile da seguire, Banda si inventa una Madonna che ride apparsa nei dintorni e addirittura l’apparizione del Golem. Un esilarante capitolo è dedicato al separatismo estremo o estremismo separatista, con perfide citazioni sulla Padania, tutte superate dai fatti, visto che il libro è stato scritto nel 2005. Vi si paventa una serie infinita di scissioni fino ad arrivare a microstati grandi quanto un appartamento. Infine una presa per i fondelli feroce è verso il classico mercatino di Natale.

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