Ho letto “D’amori di colori e d’incanti” di Gloria Peria

Per le vie imperscrutabili che conducono alla nebulosa delle coincidenze, sono venuto in contatto con Gloria Peria, direttore scientifico degli Archivi Storici dei sette Comuni dell’Isola d’Elba, nonché autrice di questo piccolo saggio. Ho scoperto così che si è occupata, tra altri scritti, di una misconosciuta (per me) scrittrice ottocentesca, Evelina Cattermole, nota anche come la Contessa Lara. Subito mi sono premurato di cercare il suo romanzo, l’unico tra tante raccolte di novelle, poesie, storie per bambini e una lunga attività di collaborazione a giornali e riviste letterarie. Era L’innamorata ed è stata una lettura interessante, soprattutto se messa in relazione con Il piacere di Gabriele D’Annunzio che avevo letto poche settimane prima. Le analogie tra le due opere sono contenute nel mio commento allo scritto della Contessa Lara. A questo punto non mi restava che cercare il breve saggio di Gloria Peria e approfondire la conoscenza con l’irrequieta letterata fiorentina la cui tumultuosa vita terrena si è sviluppata tutta nella seconda metà dell’800. La sua biografia meriterebbe un film a cui finora nessuno ha pensato, così come lo stesso romanzo L’innamorata potrebbe essere facilmente sceneggiato.
Ma veniamo al libro in questione. L’autrice, elbana, ha esplorato il rapporto tra la Contessa Lara e l’Isola d’Elba. In un primo capitolo compie però un veloce excursus nella biografia della donna, dai natali …Eva era figlia di Elisa Sandusch, pianista di padre russo e madre romagnola e dello scozzese William Mc Kattermol, cognome italianizzato in Cattérmole, così ne sappiamo di più sullo strano cognome, al funerale, dopo la morte avvenuta per mano di un amante, a cui partecipò una vera e propria folla …tutti i poveri di Roma che erano stati da lei beneficiati, ma Evelina non doveva avere pace nemmeno dopo la morte: i fondi che erano stati raccolti dagli amici per l’inumazione scomparvero e i suoi resti furono sepolti nella nuda terra del Cimitero del Verano a Roma. Tra le due date, 1849 e 1896, stanno i numerosi viaggi, l’attività di poetessa e collaboratrice di periodici, di animatrice di salotti letterari, gli incontri con i principali intellettuali dell’epoca, il matrimonio e un divorzio che all’epoca destò molto scalpore.
Il rapporto con l’Isola d’Elba lo si deve alla sua conoscenza con Mario Foresi, discendente di una nota famiglia elbana, scrittore e studioso di varie discipline, a cui è intitolata la Biblioteca Foresiana di Portoferraio, ricca di preziosi libri e oggetti d’arte da lui donati. Evelina ammirava le sue opere e voleva conoscerlo personalmente. Andò a trovarlo nel suo studio a Firenze in un momento in cui Foresi si trovava all’Elba. Tuttavia riuscì a visitare il suo ricco palazzo: …Una volta, a Firenze, visitai lo studio di quest’orso poeta, mentre egli era lontano.
Tra i due nacque un’amicizia e Foresi un’estate la invitò nella residenza estiva a Lacona. Furono splendide e indimenticabili giornate che Evelina celebrò proprio con una poesia intitolata Lacona. Di questo soggiorno, ci racconta Peria, fu proprio Mario Foresi a lasciare traccia nei propri scritti, evidentemente molto toccato dalla personalità della Contessa Lara:  …Non era volubilità la sua; ma piuttosto un bisogno irrefrenabile di celerità, di vivere a doppio. Presentiva ella la caducità della sua primavera?
E ancora Evelina ha lasciato un racconto, Il vezzo di corallo, ambientato all’Elba nei giorni in cui si tiene la festa della Madonna del Monte a Marciana (15 agosto), che Gloria Peria pubblica in appendice al suo interessante saggio sulla Contessa Lara.
Madonna del Monte, principale santuario mariano dell’isola, era stato scelto da Napoleone come rifugio (1814) e poi citato da D’Annunzio nel suo romanzo Il compagno dagli occhi senza ciglia.
Coraggiosa e anticonformista, Evelina Cattermole può essere considerata una proto femminista e, cito Peria, tristemente antesignana e fatalmente protagonista di un orrendo fenomeno oggi purtroppo sempre più frequente che vede fronteggiarsi vittime innocenti e spietati carnefici. 

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