Ho letto “Everyman” di Philip Roth

Centoventi magistrali pagine che ti riconciliano con la vecchiaia e con il mistero della morte. Me lo ha consigliato mia sorella (già apprezzavo l’autore) che ci ha trovato delle analogie con la mia biografia, non fosse altro per il quintuplo bypass. Inizia attorno alla fossa del protagonista e termina con l’operazione che a quella fossa lo porta. In mezzo ci sta la vita: l’infanzia, la piena maturità, il successo, la vecchiaia e il deterioramento fisico osservato su di sé e sugli altri, le continue operazioni, la paura della morte.
Cito: Non c’era più nulla che stimolasse la sua curiosità o che rispondesse ai suoi bisogni, né la pittura, né la famiglia, né i vicini, nulla tranne le giovani donne che gli passavano davanti facendo jogging la mattina sulla promenade. Mio Dio, pensava, che uomo ero una volta! Che vita avevo intorno! Che forza avevo dentro! Nessuna alterità da avvertire! Una volta ero completo: ero un essere umano.
Libro intenso e toccante, non sottovalutatelo, tanto prima o poi tocca a tutti.
Riflessione n.1 – Qualcuno mi sa spiegare perché Philip Roth non ha mai vinto il Nobel per la letteratura?
Riflessione n.2 – il libro mi ha suggerito una domanda. Che fine fa la pagina fb di qualcuno che scompare? Se uno ci pensa in tempo può lasciare la password a un amico, un parente e continuare a vivere sul web per gli amici. Così facebook potenzialmente è un gigantesco “obituaries” come certe pagine dei giornali americani dove ogni trapassato può essere ricordato.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*