Ho letto “Cambio di rotta” di Elizabeth Jane Howard

Mi è parso anzi di sperimentare la paura vera per la prima volta: la differenza che c’è tra perdere la strada e non avere nessuna strada da perdere.
Non avrei mai letto questo libro e conosciuto la scrittrice britannica che lo ha scritto, morta novantenne nel 2014, se non avessi saputo incidentalmente che su questo titolo stava lavorando la mia attrice da sempre prediletta, Kristin Scott Thomas. Ne fa (ne ha fatto? ne farà? non ho notizie fresche, annunciato nel 2017, le ultime risalgono al 2019) un film, attribuendosi il ruolo di regista e di principale interprete femminile. Ho subito pensato che la figura di Lillian Joyce, tormentata moglie dello scrittore teatrale Emmanuel, sembra scritta apposta per lei. Il romanzo è invece del 1959, trent’anni prima che Elizabeth Jane Howard iniziasse a scrivere i cinque volumi della Saga dei Cazalet (poi pubblicata con successo da Fazi in Italia tra il 2015 e il 2017) e che io ho erroneamente catalogato come letteratura rosa e quindi trascurato. The Sea Change potrebbe tranquillamente intitolarsi Quartet, perché quella che stiamo per leggere è una vera e propria sinfonia per quartetto. Prendo il paragone in prestito dalla musica sebbene qui si tratti di teatro, che sarebbe ugualmente calzante. Dunque, ci sono quattro personaggi ed ognuno, nei capitoli alternati, narra in prima persona, tranne Emmanuel (Em) per il quale viene usata la terza. La vicenda si svolge tra l’Inghilterra, New York e un’isola greca.
Emmanuel e Lillian sono una coppia di mezza età, non hanno una casa nel senso letterale del termine, ma hanno scelto di vivere agiatamente negli alberghi di mezzo mondo. Lui, sessantadue anni, è un drammaturgo di grande successo le cui opere vengono rappresentate ovunque, un uomo affascinante adulato da segretarie, studentesse e attrici, alle quali non disdegna le sue attenzioni. Ora è alla ricerca dell’attrice adatta a ricoprire il ruolo di protagonista della sua nuova commedia. Non trovandola a Londra, ha deciso di fare un casting a New York. …le donne che cercavano di sedurlo e confidavano molto in se stesse gli dicevano quasi sempre che doveva essere magnifico, per un drammaturgo, avere origini irlandesi ed ebraiche.
La moglie, di qualche anno più giovane, è ancora una bella signora, fragile ed elegante, conscia dei continui tradimenti del marito che comunque continua ad amare. La coppia ha perso una bambina in tenera età e non ha mai metabolizzato completamente il dolore. Soprattutto Lillian: Vorrei vivere in una di quelle casette e andare al mare con la famiglia una volta l’anno, e avere un cagnolino molto fedele, e saper fare ottime torte o splendidi lavori a maglia, proprio come ce ne sono sulle riviste. Vorrei una routine di ferro in cui sono la variante, e non infinite variazioni in cui rappresento la routine.
Jimmy Sullivan è il factotum della coppia. Per loro si occupa di tutte le cose pratiche: manager teatrale, all’occorrenza aiuto-regista e regista, ufficio stampa, organizzatore del casting, dei viaggi. È anche amico e confidente di entrambi, fa da catalizzatore nelle liti tra i coniugi. Em e Lillian sono la sua famiglia, infatti non ha nessuno ed è cresciuto in un orfanotrofio.
Alberta ha vent’anni (proprio l’età che hanno le donne che piacciono all’autore) ed è cresciuta in campagna, con rigidi principi essendo figlia di un vicario. Ovviamente è molto bella, ingenua ma intelligente, soprattutto profondamente sincera. L’ha scelta Lillian per fungere da segretaria, dopo che l’ultima che ha lavorato per loro ha tentato il suicidio quando ha saputo che non sarebbe stata portata a New York (in realtà aveva una relazione con Em ed è stata scaricata). Occorre ancora dire che Alberta si chiama in realtà Sarah ma le è stato cambiato nome dalla coppia perché Sarah evoca il ricordo della bambina che hanno perso.
New York la trasformerà almeno un po’, ma al momento, povera creatura, è la tipica inglese sciatta e senza un briciolo di stile.
Prima tappa a New York, dove Alberta scopre un mondo. Em, Lillian e Jimmy la coccolano, le insegnano a vestirsi e a comportarsi ai ricevimenti. Il casting invece va male: nessuna attrice è all’altezza. Drammaturgo e segretario si consultano e nasce in loro l’insano proposito di trasformare Alberta in attrice. Ne avrebbe tutte le caratteristiche. La ragazza accetta e il quartetto si trasferisce in Grecia, sull’isola di Hydra, per parecchie settimane dove Alberta affronterà l’istruzione per recitare la parte. Lillian frattanto ha iniziato a temere che Alberta diventi la nuova amante del marito…
…il caso, che entra nella vita delle persone con la sicurezza elegante di un gatto, aveva deciso di togliergli Lillian e mettergli accanto Alberta, col risultato che adesso era lui l’accudito.
Ciò che accade sull’isola, meravigliosamente descritta dalla scrittrice (le rocce, la natura, le poche persone, gli animali), è tutto da scoprire, grosso modo da metà libro in avanti. Il cambio di rotta ci sarà per tutti e non può che avvenire al mare. So di essere banale, ma ripeto che mi è parsa una sinfonia per quartetto, dove gli interpreti si esprimono due alla volta per poi riaccordarsi e comporre l’ensemble. Veramente un bel romanzo, scritto con stile e organizzato in modo intrigante. Ora attendo con ansia di sapere qualcosa del film.
…quando si ringrazia Dio per Bach, bisognerebbe piuttosto ringraziare Bach per Dio.

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