Ho visto “Romanzo di una strage”

Farà discutere molto, anzi ha già iniziato prima dell’uscita nelle sale, come sempre capita quando un film tocca temi politici, a maggior ragione in questo caso. Dico subito che “Romanzo di una strage” mi è piaciuto molto. Sono sempre un po’ prevenuto quando si tratta di cinema italiano (e di attori italiani….). Invece stavolta…..chapeau! mi inchino davanti a questo film. Forse aiuta aver avuto vent’anni all’epoca dei fatti descritti (la bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli ‘caduto’ da una finestra della Questura milanese) e quindi ricordare bene il travaglio che ha prodotto quel pezzo di storia nazionale. Ieri sera, dopo la prima, ho sentito commenti negativi da parte di alcuni under 40, evidentemente non sono riusciti ad emozionarsi, tanto meno a indignarsi per una strage rimasta impunita. Ma se la giustizia non è riuscita a condannare i colpevoli, lo ha fatto invece la memoria collettiva degli italiani.
Marco Tullio Giordana delinea, non bene, benissimo il clima di quei giorni: l’escalation della violenza, le trame oscure anche internazionali, le intimidazioni, le infiltrazioni dei servizi, la pochezza se non la connivenza di certa politica. Certo il film è il punto di vista di Marco Tullio Giordana, neppure lui ha la verità assoluta, ma ha il pregio di sollevare molti veli, anche scomodi. D’altra parte la pubblicistica su piazza Fontana è sterminata e basta poco ad ognuno per farsi un’idea.
Alla consolidata agiografia di Giuseppe Pinelli, il regista affianca – non contrappone – una sorta di beatificazione di Luigi Calabresi. Il commissario ne esce molto bene, mettendo in evidenza l’aspetto umano, i dubbi che lo tormentano, le paure represse a stento. Tuttavia avrei fermato il film prima della sua uccisione perché, anche se conseguente al linciaggio a cui è stato sottoposto dopo la morte di Pinelli, questo drammatico episodio avrebbe meritato un approfondimento a parte.
“Romanzo di una strage” è soprattutto un film attoriale, un insieme di eccellenti interpretazioni, come se ognuno avesse dato un qualcosa di più per entrare nella parte (vedere le foto dell’epoca….). A cominciare dall’intensità che Fabrizio Gifuni mette nel suo Aldo Moro, davvero impressionante per verosimiglianza! Poi la coppia Pinelli/Favino e Calabresi/Mastandrea. Tra le loro mogli riesce meglio Michela Cescon di Laura Chiatti. Azzeccato il Saragat di Omero Antonutti. Ancora eccellente Luigi Lo Cascio nei panni del giudice Paolillo. Un po’ eccessiva la figura di Pietro Valpreda, come pure caricaturale è l’editore neofascista Giovanni Ventura, ma probabilmente erano proprio così. Brillano anche i ruoli minori.
Un film che mi sento di consigliare a tutti. Aggiungo che c’è lo zampino della Film Commission Torino Piemonte per invogliare i torinesi a vederlo.

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1 risposta a Ho visto “Romanzo di una strage”

  1. cristina scrive:

    non sempre lo zampino di film commission invoglia i torinesi, non tutti. per quanto mi riguarda dove incontro ‘lo zampino’ spesso l’accompagna l’effetto fiction, che ritrovo anche qui. questa è la ragione per cui il prodotto finale non mi ha dato emozione, e non per mancata indignazione per una strage rimasta impunita.
    under40

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