Ho visto “The History Boys”

Testo teatrale tra i più interessanti degli ultimi anni, commedia di successo in Inghilterra da quasi due lustri, premiata con sei Tony Awards nel 2004, film di altrettanto successo con la regia di Nicholas Hytner, “The History Boys” è approdato finalmente a Torino (Limone Fonderie Teatrali, via Eduardo de Filippo, angolo via Pastrengo 88, Moncalieri, fino a domenica 1 aprile). Prodotto da Teatridithalia, regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, è in tournée sui palcoscenici di tutta Italia da un anno e mezzo e ha ottenuto il Premio Ubu 2011 quale miglior spettacolo dell’anno. Lo aspettavo per un personale raffronto con il volumetto di Alan Bennett, letto poche settimane fa.
In scena otto ragazzi (bravissimi attori under 30) alle prese con un corso di preparazione per l’ammissione a Oxford e Cambridge o, se va male, a qualche altra meno prestigiosa università inglese. Sono seguiti da una insegnante (Ida Marinelli) e due professori (Elio De Capitani e Mario Cacciola), uno maturo e prossimo alla pensione, l’altro pressoché novizio, e controllati a vista dal preside (Gabriele Calindri). I due professori, Hector e Irwin, hanno approcci culturali e metodi di insegnamento diametralmente opposti e i ragazzacci ne approfittano per metterli in difficoltà. Molto più spesso però si beccano tra di loro. L’impudente Dakin, ad esempio, sembra essere il più apprezzato, sia dai compagni, in particolare dallo ‘sfortunato’ Posner – “piccolo, ebreo e gay” – sia dagli insegnanti. Il professor Hector, regolarmente sposato ma dalle inequivocabili tendenze, ha preso l’abitudine di accompagnare in moto a casa a turno i suoi studenti dopo le lezioni. I ragazzi tentano di sottrarsi, ma poi ci fanno l’abitudine e si adeguano, adottando le dovute precauzioni.
La messa in scena diverge dal testo scritto in pochissime cose piuttosto marginali. Ad esempio il riferimento a Benny Hill, più comprensibile agli italiani, sostituisce la citazione di una serie cinematografica mai apparsa in Italia. Il ritmo resta incalzante, le battute sono folgoranti, tantissime le citazioni. Ovviamente le allusioni e gli ammiccamenti a sfondo sessuale con la recitazione sono assai più evidenti rispetto al testo. In mezzo a tanti giovani attori (“Splendidamente impreparati alla lunga insignificanza della vita”) giganteggia Elio De Capitani (il Berlusconi del “Caimano” di Nanni Moretti) che carica dei toni giusti il personaggio di Hector. Mi è piaciuto anche il preside di Gabriele Calindri (sarà anche stufo di essere etichettato come il figlio di Ernesto….), ma tutti recitano bene e qualcuno canta da solista in maniera intonata. Pubblico divertito, applausi convinti al termine. Ora lo spettacolo andrà a Bergamo, Pavia, Padova, Brescia, Valenza, Matera, Ancona, Roma, Carpi.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Teatro. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*