Ho visto “Il mio migliore incubo!”

In questa primavera 2012 tra le varie cose che il cinema francese ci propone c’è una commedia molto divertente, a tratti esilarante, che una bislacca traduzione (follie della distribuzione….) ha titolato “Il mio migliore incubo!” da “Mon pire cauchemar”. L’algida Agathe, direttrice di una fondazione d’arte contemporanea, vive a Parigi con l’editore François e il loro unico figlio. Questi ha un amichetto con il quale ha legato molto ma è di diversa estrazione sociale. Suo padre Patrick infatti vive un po’ sul filo del rasoio, facendo lavoretti da muratore, spesso sbronzo, appassionato di sesso e seni grandi, senza casa e controllato dai servizi sociali, sempre sul punto di sottrargli il ragazzo. La fortuita conoscenza tra i genitori porta François, nonostante il parere contrario della moglie, a ingaggiare Patrick per alcune ristrutturazioni. Invadente e ‘grossier’, l’uomo finisce per stabilirsi a casa loro dando vita ad alcune scaramucce verbali con la sofisticata signora che, mentre il marito ha preso una sbandata per una giovane ecologista, finisce per trovare un ‘punto d’incontro’ con Patrick in grado di livellare la differenza sociale e culturale.
Alcune sequenze sono irresistibili e la regista Anne Fontaine (una decina di film all’attivo, il più noto è “Coco avant Chanel”) dimostra come sia possibile far ridere senza essere troppo volgari. Merito anche di un tris d’assi del cinema d’oltralpe. A cominciare da Isabelle Huppert (Agathe), deliziosa come sempre, ma efficace soprattutto nel far convivere la raffinatezza della signora borghese con gli eccessi della moglie trascurata e insoddisfatta. Fa piacere poi rivedere André Dussollier (François), attore di classe e dalla lunghissima carriera, oggi però alquanto imbolsito. Ma sono passati trent’anni da quando interpretava il bel Edmond nel film di Rohmer “Le beau mariage”! Il re incontrastato della pellicola è però il belga Benoît Poelvoorde (Patrick). Altro che bravo caratterista, è diventato un attore a tutto tondo, capace di mettere insieme negli ultimi due anni interpretazioni diversissime. Trascurando il gendarme Ruben Vandevoorde nell’insignificante “Niente da dichiarare?”, è stato Monsieur Demanet, comico malato terminale di cancro in “Kill Me Please”, e il cioccolataio Jean-René Van Den Hugde in “Emotivi Anonimi”. Poi questa felicissima interpretazione del grezzo Patrick.
Film da vedere.

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