Ho letto “La balia” di Petros Markaris

Tutto quel che leggiamo negli ultimi anni sui giornali riguardo al management, alla strategia del tempo, ai target group, questa gente l’ha buttato nella spazzatura e ha preferito la vecchia, sperimentata ricetta “Fammi male anche se piango”.
Tra quelli letti finora è il libro meno appassionante su Kostas Charitos. Questa volta il commissario ateniese è in trasferta a Istanbul, un viaggio in comitiva con la moglie Adriana per sfuggire al clima che si è creato a casa, dove la figlia Caterina ha deciso di sposarsi, ma non con il rito religioso come avrebbero voluto i genitori. Ben presto però Charitos si trova a dover collaborare con la polizia locale per una vicenda che riguarda una vecchia cittadina greca sospettata di un delitto. Mentre la moglie continua con po’ di malumore la vacanza, il commissario si impegna alacremente per cercare Maria, la sospettata, cercando di non compromettere ulteriormente il viaggio.
Lei si prepara a dormire il sonno del giusto, mentre io affronterò gli incubi del peccatore.
Il suo alter-ego turco è il poliziotto Murat Saglam con il quale Charitos, dopo una reciproca diffidenza iniziale, riesce a trovare piena sintonia investigativa. Frattanto Maria ha provocato altre vittime, tutte avvelenate con torte salate (tyropita) all’apparenza appetitose ma infarcite di ‘paration etile’.
Nove donne su dieci, in campagna, se devono ammazzare i mariti o i suoceri o i fratelli, ricorrono a questo anticrittogamico.
Vacanza e indagini continuano di pari passo, con i due coniugi sempre con un orecchio al telefono per capire se gli sposi hanno cambiato idea e optato per un tradizionale “grosso grasso matrimonio greco”.
Kostas Charitos come sempre racconta la vicenda in prima persona, mostrando la sua arguzia investigativa, buon senso contadino e ottimismo di fondo.
Non gli basta il boccone, lo vuole anche masticato, come diceva la mia povera mamma.
La balia è un poliziesco senza sorprese – si conosce la colpevole fin dall’inizio, si tratta solo di trovarla prima che si allunghi troppo la catena dei delitti – che ha sullo sfondo l’incasinata megalopoli sul Bosforo. Markaris, che è greco ma nativo di Istanbul, questa volta tiene fuori la crisi economica (il romanzo è del 2008) e gioca molto sui contrasti ma anche sulle affinità tra greci e turchi in campo sociale, culturale, religioso. Salvo poi far prevalere l’orgoglio ellenico: Per il resto, la Grecietta è diventata la Grecia dell’Unione Europea, mentre la Turchia è il postulante orientale che bussa alla porta di chi non vuole aprire.

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