Ho letto “Il passeggiatore solitario” di W.G. Sebald

Talmente lontane l’una dall’altra sono le scene della vita di Walser giunte sino a noi, che non si può propriamente parlare di una storia o di una biografia, quanto piuttosto – direi – di una leggenda.
Sebald è stato un grande camminatore. I suoi percorsi a piedi sono memorabili. “Gli anelli di Saturno”, che in copertina ritrae un viandante solitario in un viottolo in mezzo alla campagna, è lì a testimoniarlo. Chi meglio di lui poteva quindi capire un altro passeggiatore come Robert Walser (1878-1956)?
Nell’autunno del 1925, per esempio, andò a piedi da Berna sino a Ginevra, seguendo in larga parte l’antico sentiero dei pellegrini che conduce al santuario di Santiago de Compostela.
In una sessantina di pagine W.G. Sebald tratteggia magistralmente e con affetto la figura del poeta e scrittore svizzero, cui una solitaria passeggiata il giorno di Natale del 1956 fu infine fatale.
Quando vedo queste fotografie di Walser scattate mentre passeggiava, quando vedo la stoffa del suo abito con gilè, il colletto floscio sulla camicia, il nodo alla cravatta, le macchie sul dorso della mano dovute all’età, i baffi sale e pepe ben curati, l’espressione quieta dello sguardo, quando vedo tutto questo, mi sembra ogni volta che il nonno sia lì, davanti a me.
Sebald si sofferma sul sistema di scrittura di Walser, fatto di microgrammi difficili da decodificare, pagine e pagine di prosa e poesie con caratteri così minuti da rasentare il limite della visibilità. Dei ‘pizzini’ si direbbe oggi. Ma il sistema dei foglietti volanti e del lapis è anche un’opera di difesa e di consolidamento unica nella storia della letteratura, opera all’interno della quale le cose minute e più innocenti dovevano potersi salvare dal declino incombente nell’epoca grandiosa che andava allora annunciandosi.
E commentando una brano in cui Walser descrive un suo volo in mongofiera sopra il fiume Elba, Sebald conclude: Robert Walser era nato, credo, per un viaggio silenzioso come questo, un viaggio nell’aria.
E’ libretto delicato, per chi – come me – ama Sebald, e che ora mi impone di approfondire Walser.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*