Ho visto “Gli infedeli” di autori vari

Era da un pezzo che non vedevo un film a episodi. Per fare questo ci sono volute ben quattordici mani! Tra cui quelle del premio Oscar Michel Hazanavicius. Il risultato è la conferma delle potenzialità della nuova coppia comica francese, composta da Gilles Lellouche (Eric in Piccole bugie tra amici) e Jean Dujardin (The Artist).
Sono nove situazioni diverse in cui il comune denominatore è l’infedeltà maschile. Alcune sono brevissime, tratteggiate da poche immagini e pochissime parole. Come quella che ha per protagonista Bernard, che si ritrova in ospedale in un contesto alquanto imbarazzante. Oppure la storia di Thibault che dopo un’avventura notturna vede tornare a casa anzitempo la moglie e i figli. Altri episodi sono più articolati, come quello intitolato Lolita, con un maturo ortodontista che si fa menare per il naso da una fanciullina che è stata sua paziente.
Insieme o singolarmente, Dujardin e Lellouche compaiono in quasi tutti gli episodi e danno spessore al film che altrimenti risulterebbe un po’ discontinuo. Gli infedeli mette in piazza praticamente tutto il campionario di giustificazioni e bugie che gli uomini fedifraghi sciorinano di volta in volta alle loro compagne. Sarà per questo motivo che alla proiezione a cui ho assistito il pubblico era totalmente femminile: un aiutino per ‘sgamare’ meglio. Ma è consigliabile anche agli uomini, non fosse altro che per cominciare a studiare nuovi approcci metodologici all’infedeltà.
La battuta folgorante è nel “Prologo”: “Le metto molte più corna da quando c’è la crisi economica. Sarà la paura della povertà?”
Io mi sono fatto grosse risate. Che dire altro? Il cinema francese in questa stagione dimostra ancora una volta di avere una marcia in più.

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