Ho letto “Troppo piombo” di Enrico Pandiani

Ho finito di leggerlo giusto qualche giorno prima dell’uscita della terza avventura del commissario Jean-Pierre Mordenti (Pandiani questa volta ha scelto di identificarlo con nome e cognome), capo di quella simpatica banda di poliziotti di origine italiana della squadra criminale della polizia di Parigi.
Letto questo, rivaluto il primo. Non che Troppo piombo sia una ciofeca, anzi…… E’ che alle storie degli investigatori seriali ci si affeziona: a Mordenti, tra l’altro gran scopatore, e anche a Alain Servandoni, Michel Coccioni, Leila Santoni e Didier Cofferati. Poi c’è Parigi, questa volta continuamente sotto la neve (siamo alle soglie del Natale), con il suo indiscutibile fascino. Pandiani ci accompagna dal 36 Quai des Orfèvres per tutta la capitale e se poco poco la conosci, Parigi, ti sembra di esserci. Il commissario scorrazza con la sua Karmann Ghia dal centro alle banlieues, la cui rivolta di qualche anno fa dà lo spunto a tutta la vicenda, passando da Chez Lipp per una choucroute e per Les Halles. Proprio in questo grande centro commerciale l’autore colloca una cinematografica e spettacolare sparatoria.
La vicenda sulla quale ‘les italiens‘ si trovano a indagare è legata a un quotidiano francese, Paris24, le cui giornaliste d’assalto cadono una dopo l’altra in casa propria, vittime di una sorta di killer seriale. Mordenti e la squadra brancolano nel buio e sentono sul collo il fiato del loro capo Le Normand e del direttore del giornale Clément. Oltretutto il bel Jean-Pierre è distratto dall’affascinante giornalista di colore Nadège e passa più ore nel suo letto che non a fare indagini. La soluzione è dentro il giornale, che è in definitiva un vero proprio verminaio, tra rivalità, invidie, vendette. Con qualche intuizione in extremis il nostro riesce a venirne a capo e la vicenda si conclude non senza qualche escoriazione per i suoi. E così la redazione si rigenera e il giornale esce in edizione straordinaria, tutti i particolari in cronaca. Il titolo assume un significato bivalente: tante parole inutili nei quotidiani, troppe pallottole sparate…..Troppo piombo!
Pandiani scrive con ironia, ci mette ritmo e qualche bella invenzione e la lettura scorre veloce. Apprezzabile è il vezzo di disseminare la narrazione di frasi prese da canzoni famose, per alcune citando l’interprete (Alanis, Oasis, Leo Ferré, Sheryl Crow….), in altri casi lasciando il lettore basito a interrogarsi: “chissà che roba è?”.
Dal canto mio, per collocarmi in un’atmosfera international, ho letto le ultime cento pagine ascoltando alcuni cd di Chris Botti. Ci stavano benissimo!

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